C'era una volta l'associazione degli imprenditori che, nella canea generale orchestrata contro Berlusconi nel 2011, fece titolare al suo quotidiano "fate presto!".
Oggi tutti, ma proprio tutti, dicono che siamo a un passo dal baratro, che siamo ancora nella morsa del virus cinese, la guerra in Ucraina, la crisi energetica, la siccità eppure si inchinano davanti ad un politico levantino come Mattarella che ha fatto del rinvio la cifra della sua azione.
Se qualcuno sperava che con le dimissioni di Draghi avremmo finalmente votato e dato all'Italia un governo degno di questo nome, che facesse gli interessi degli Italiani e non fosse suddito di poteri esterni, che siano a Washington o a Bruxelles, deve ricredersi.
Mattarella ha rinviato ancora.
Altri cinque giorni di attesa, durante i quali gli zelanti servitori con la penna ed il microfono cercano di inculcare nelle teste degli Italiani mentalmente più deboli, quanto sia orrenda la scelta di andare a votare davanti alla paradisiaca prospettiva di riavere Draghi per almeno nove mesi (poi non si deve porre limiti alla Provvidenza).
Quello stesso Draghi che ha fallito ovunque.
Inflazione da 1 a 8%.
Debito pubblico da 2600 a 2800 miliardi.
Spread da 105 a 216.
Virus sempre vivo.
Gas che non arriva a causa delle sanzioni contro la Russia.
Materie prime: vedi alla voce gas.
Libertà condizionata alla somministrazione di un siero improvvisato e che richiede continue inoculazioni.
Clandestini che sbarcano allegramente da ogni dove e devono essere alloggiati, mantenuti, curati e istruiti.
Sappiamo tutti che il voto è espressione di democrazia e solo da un voto e da un parlamento legittimato per essere espressione della volontà popolare può esserci un governo rispettato e rispettabile.
E sappiamo tutti che un governo dimissionario resta in carica per la "ordinaria amministrazione", cioè per eseguire tutti gli adempimenti richiesti in base alle leggi vigenti, ivi incluso il famigerato pnrr già approvato e che richiede solo di veder eseguite le disposizioni.
Le elezioni possono essere convocate tra 45 e 75 giorni dallo scioglimento delle camere.
Se Mattarella avesse sciolto le camere, si sarebbe potuto votare il 4 settembre ed avere il nuovo governo entro la fine di settembre.
In pratica saremmo rimasti in "ordinaria amministrazione" solo per metà luglio, agosto e settembre, cioè in quei mesi estivi dedicati solitamente alle vacanze e in cui non è richiesta la assidua presenza di un governo nella pienezza delle sue funzioni.
Quanto alla campagna elettorale sotto l'ombrellone, personalmente credo che non ci sia alcun bisogno di campagna elettorale.
Partiti e leader hanno già dato ampia prova di come sono, quali siano le loro qualità e i loro difetti e ogni Italiano sarebbe perfettamente in grado di votare anche subito, anche oggi, come del resto viene richiesto in ogni sondaggio ("se si votasse domenica prossima, per chi voteresti?").
L'unico tempo è da concedere ai partiti per formare le coalizioni e scegliere i candidati e per tali attività un paio di settimane devono essere più che sufficienti.
Mattarella preferisce invece diluire, confidando nelle pressioni internazionali cui Draghi è sicuramente sensibile, per far rientrare le dimissioni e sottrarre ancora una volta agli Italiani il legittimo diritto al voto.
Ci riuscirà ?
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