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No alla deriva

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12 luglio 2022

La revoca delle sanzioni alla Russia significa il benessere energetico dell'Italia

La scellerata scelta di Draghi e Mattarella di posizionare l'Italia al fianco dell'Ucraina, manifestando una ostilità aggressiva verso la Russia di Putin, ci sta portando alla rovina economica.

Adottate le sanzioni per piegare la Russia, ad essere in ginocchio è invece tutta l'Unione del Male e il prossimo rischia di essere un inverno devastante, al freddo, al buio e in miseria per la recessione in arrivo se le aziende, cui verrebbe a mancare l'energia per far funzionare i macchinari, dovessero chiudere, cessare le produzioni e mandare  casa i dipendenti.

Che Draghi, Mattarella e i loro ministri non sappiano andare oltre una bolsa retorica, lo ha dimostrato la "risposta" di Cingolani alla nuova riduzione di gas dalla Russia, ipotizzando una campagna pubblicitaria, come se potesse accendere una lampadina o riscaldare una stanza.

Una campagna pubblicitaria basata poi sulle indicazioni dell'Enea che sono un cumulo di banalità che finiscono sistematicamente con l'indicazione di ridurre i gradi del riscaldamento o del condizionatore e ridurre anche le ore di accensione del riscaldamento (cosa che penalizzerebbe solo chi ha il riscaldamento centralizzato, obbligato dall'amministratore e dal conduttore della caldaia, ma che salverebbe dal congelamento chi può usufruire di un riscaldamento autonomo che gestisce come gli pare, alla temperatura e con gli orari di accensioni a lui più graditi).

Sono iniziative inutili, perchè ognuno di noi non consuma per il gusto di consumare e di spendere, ma consuma (e spende) per poter vivere in un ambiente gradevole.

Quello di Cingolani è solo fumo negli occhi per evitare di dover riconoscere che l'unica causa dell'emergenza energetica (che si porta dietro anche aumento dei prezzi, recessione, inflazione, carenza di materie prime, di lavoro) discende dalle sanzioni alla Russia.

Revocare le sanzioni alla Russia significa garantirsi un inverno al caldo nelle case e con le aziende in produzione.

Draghi e Mattarella vadano a Canossa da Putin e, per una volta almeno, facciano l'interesse dell'Italia e degli Italiani.

Oppure si facciano da parte per dare spazio a chi persegue l'interesse nazionale e non quello di organismi e consorterie globaliste e internazionaliste.

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