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No alla deriva

No alla deriva
Diciamo NO alla deriva

16 luglio 2022

L'europa vuole Draghi. Diamole le elezioni ad ottobre !

La canea internazionale si è scatenata e vuole la conferma di Draghi e immagino le pressioni esercitate sul premier perchè resti al suo posto e chissà quali promesse gli staranno facendo, sul suo futuro, per il "sacrificio" che impedirebbe agli Italiani di dotarsi di un governo in linea con la pancia del Popolo.

E questo è il primo paletto che deve essere chiaro: il governo dell'Italia lo decidono solo gli Italiani non l'Unione del Male, non gli Stati Uniti, non il Vaticano e neppure le consorterie affaristiche e finanziarie che, con Draghi premier, sperano di papparsi le parti migliori e più redditizie dell'Italia.

Non stupisce quindi che i terminali anti italiani di tali consorterie stiano intonando il "nun ce lassà", come una serenata verso Draghi.

Addirittura ipotizzando di conferirgli pieni poteri, sulla linea della solita politica per cui se una cosa fallisce (l'euro, il vaccino, l'europa) la soluzione è dare sempre più euro, vaccini ed europa.

Così il conclamato fallimento di Draghi in economia, contro la pandemia, in politica estera, nella politica energetica, trova i corifei della sinistra chiedere ancora più Draghi al governo.

Il cerino acceso lo hanno apparentemente i grillini, presumibilmente incartati in una crisi che neppure pensavano di scatenare e ancora meno sanno come uscirne.

Se Conte facesse marcia indietro, perderebbe ogni residua credibilità e, soprattutto, ulteriori consensi, anche se ci sarà sempre qualcuno che, pur di non dire "ho sbagliato" tornerà a votarli.

Se Conte insistesse nella sua posizione, rischia intanto di perdere altri parlamentari (poco male perchè i parlamentari grillini non hanno voti propri, visto che sono stati tutti eletti grazie a Grillo) ma soprattutto rischia di dover affrontare senza alleati le prossime elezioni, cosa che non è in grado di fare, a meno che Grillo non torni a fare una massiccia campagna elettorale, mettendoci di nuovo tempo, denaro e la faccia.

Del pci/pds/ds/pd e dei suoi satelliti (Renzi, Speranza, Calenda) ho già scritto: loro, potendolo, abolirebbero le elezioni per lasciare tutto nelle mani dei complotti di palazzo manovrati da Mattarella, uno dei loro, certo non un presidente super partes.

Resta il Centro Destra dove è coerente, limpida e lineare la posizione di Fratelli d'Italia per il voto hic et nunc, ma può essere anche condivisibile la linea assunta da Lega e Forza Italia che hanno offerto a Draghi ed ai cattocomunisti una mela avvelenata, tale solo se sapranno perseguire quella strada senza ripensamenti, dicendo sì ad un Draghi bis, ma senza i cinque stelle.

Diversamente sarebbe una mela avvelenata che si troverebbero sul proprio piatto.

Appare evidente che un governo senza i cinque stelle, intanto imporrebbe una maggiore presenza di ministri del Centro Destra "di governo" che rappresenterebbe la maggioranza della maggioranza, con la possibilità di chiedere la logica estromissione di Di Maio, della Lamorgese, di Speranza, di Guerini, Colao, Giovannini, Cingolani, cioè i ministri peggiori nei risultati e più allineati alla narrazione anti italiana.

A seguire, come è logico, il maggiore azionista avrebbe tutte le carte in regola per mettere al centro i propri temi: respingimento o, almeno, controllo degli sbarchi dei clandestini e delle ong, meno tasse, politica estera più aperta a soluzioni pacifiche e meno guerrafondaia.

Una linea che non potrebbe soddisfare Draghi.

Ma se Draghi dovesse riuscire a richiamare in servizio i cinque stelle, allora Lega e Forza Italia dovrebbero chiamarsi fuori, la qual cosa costringerebbe anche alcuni cinque stelle a non prestarsi al gioco di Draghi e la navigazione del governo sarebbe alquanto procellosa.

In sostanza, apparentemente il cerino è in mano ai cinque stelle, ma Lega e Forza Italia adesso detengono la possibilità di far naufragare una riedizione pura e semplice dell'attuale maggioranza, obbligando Draghi a confermare le dimissioni, visto che dubito potrebbe prestarsi al percorso di guerra in un parlamento quasi al 50% composto da suoi oppositori, ma neppure a guidare una maggioranza a traino Lega e Forza Italia.

Se Lega e Forza Italia invece rinunciassero al paletto del mai più con i cinque stelle, allora rinuncerebbero ad ulteriori fette di elettorato che passerebbero coerentemente con Fratelli d'Italia, accentuando quel movimento di elettori interno al Centro Destra iniziato nel gennaio 2021 con l'ingresso della Lega in un governo contro natura, assieme a ministri cattocomunisti e presieduto da un burocrate sopravvalutato e agli ordini dell'Unione del Male, .

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