Ormai, tra guerre vinte e perse, battaglie, nascite e morti, il calendario è zeppo di ricorrenze per cui vestirsi in gramaglie o sventolare la bandierina plastificata.
Tra l'altro in Italia non abbiamo una Festa Nazionale che sia unificante e condivisa, al punto che per cercare di mettere assieme i pezzi si indicano, di volta in volta tante date, dal Tricolore alla proclamazione del Regno d'Italia, da quella della repubblica a quella della fine della seconda guerra mondiale e a quella della Vittoria del 4 novembre.
Però noi siamo oggi quelli che siamo, in funzione di eventi determinanti che hanno imposto una svolta nel percorso della nostra Patria ed è innegabile che il 28 ottobre 1922, con la Marcia su Roma e l'incarico di Primo Ministro affidato a Benito Mussolini, l'Italia ebbe una forte trasformazione.
Saranno gli storici futuri (oggi, ancora, ci sono solo tifosi) a dirci se l'incauta discesa in guerra assieme ai nostri eterni nemici tedeschi possa cancellare l'azione di venti anni di governo e delle sue innovazioni sul piano sociale ed economico, oltre all'inebriante leggerezza di un'Italia imperiale.
Quindi, in modo molto sobrio, ricordo che oggi, 28 ottobre, è l'anniversario della Marcia su Roma.
Il 101°.
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