La mancata firma del documento finale è dovuta al veto di Polonia e Ungheria che si rifiutano di aderire al collocamento obbligatorio dei clandestini tra le varie nazioni europee.
Polonia e Ungheria hanno ragione e lo ha sostanzialmente affermato anche la Meloni quando ha ribadito che l'unica soluzione che possa trovare concordi tutti è impedire le partenze.
Perchè il problema non è dove sistemare e con quali proporzioni i clandestini che sbarcano o arrivano via terra, ma impedire che arrivino ed entrino in Europa, tutta Europa.
Un programma di ricollocazione obbligatoria, anche se fosse giulivamente accettato e applicato da tutti, non solo non risolverebbe il problema, ma lo aggraverebbe perchè, sapendo che, comunque, avrebbero alloggio, vitto, cure e istruzione in Europa, partirebbero molti più clandestini, ai quali non interessa "Franza o Spagna purchè se magna".
Inoltre spostare parzialmente il problema da, esempio, Lampedusa al, esempio, lago Balaton, porterebbe sempre ad una alterazione della componente etnica e culturale dell'Europa, con tutte le relative conseguenze negative, sociali ed economiche.
Bene hanno fatto Polonia e Ungheria a porre il veto che avrebbe adagiato i governi europei nel sonno mortale del ricollocamento e benissimo fa la Meloni ad insistere perchè il problema sia risolto alla base, bloccando le partenze dei clandestini.
E se l'Europa nel suo complesso non lo capisce, allora si avvia allo scioglimento per essere sostituita da accordi bi e plurilaterali, di cui quello sottoscritto a Granada tra Italia, Regno Unito, Albania, Olanda con l'adesione di Francia e della Von der Leyen è solo un antipasto.
Nessun commento:
Posta un commento