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No alla deriva

No alla deriva
Diciamo NO alla deriva

26 ottobre 2023

Chi può farlo ?

La "finanziaria" 2024 è nero su bianco e, ancor prima, sulle semplici indiscrezioni, è cominciato il gioco delle parti.

Per la Maggioranza è una ottima finanziaria, solida, possibile, per le Opposizioni è un disastro, l'anticamera della miseria per tutti gli Italiani.

La finanziaria non è molto diversa da quelle precedenti scritte, da Monti a Draghi, con l'apporto essenziale dei cattocomunisti e dei grillini che ora si stracciano le vesti.

Se per undici anni cattocomunisti e grillini non hanno risolto i problemi, anzi li hanno aumentati in uno con l'aumento del debito pubblico, elargendo somme a carico di tutti noi, non si può sperare che il Governo di Centro Destra possa cambiare radicalmente un andamento purtroppo consolidato.

O, meglio, potrebbe farlo "mostrando coraggio", come scrivono alcuni commentatori esenti da responsabilità, ma poi troverebbe l'opposizione degli assistiti in s.p.e., dei privilegiati cronici, delle "istituzioni" europee le cui politiche dovrebbero essere completamente ribaltate, di alcune figure "istituzionali" italiane sempre pronte a giocare nella squadra dello straniero ai danni dell'Italia e degli Italiani.

La Meloni sta già facendo tantissimo con il poco che le hanno lasciato i predecessori, con piccoli interventi nella giusta direzione (cuneo fiscale, accorpamento delle due aliquote più basse, riduzione canone rai ...) ma è certo che non basti per cambiare le cose.

E non basterà mai finchè non ci sarà un intervento decisivo che smantelli tutta la costruzione pregressa, scontando le proteste, anche violente, di chi, fino ad ora, ha avuto e con lo smantellamento del sistema non avrà più.

E' facilissimo infatti introdurre una norma di favore, una detrazione, una una tantum integrativa del reddito, diventa poi impossibile revocarla per gli interessi corporativi che scatena e la errata presunzione che, una volta erogata, sia un diritto acquisito.

Così non ridurremo mai il debito pubblico.

E cinque anni sono pochi per poter cambiare con gradualità.

Al massimo possiamo aspettarci piccoli provvedimenti, piccole rettifiche alla deriva dei precedenti undici anni da Monti a Draghi, piccole svolte che evitino il peggior degrado morale e sociale verso il quale ci hanno avviato quegli undici anni.

A meno che non arrivi un Demiurgo che imponga la sua volontà, anche con la forza e cambi radicalmente tutto l'impianto della nostra società, scontando e affrontando anche rivolte e imboscate parlamentari.

E che resti in sella almeno venti anni.

Ma chi può farlo ?

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