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No alla deriva

No alla deriva
Diciamo NO alla deriva

31 ottobre 2023

Una manovra accettabile

Il Governo Meloni ha presentato la sua prima, vera, manovra economica (quella dell'anno scorso era condizionata dal ristretto tempo disponibile e costretta nei limiti indicati dal governo Draghi).

E' ovvio che si è scatenata la canea cattocomunista e la minaccia di scioperi generali e di manifestazioni peraltro già convocate prima del deposito del testo e, quindi, manifestamente preconcette.

Il mio punto di vista parte invece da un'altra prospettiva: questa manovra è conforme alle promesse elettorali ?

Bisogna riconoscere che la Meloni, Salvini e Tajani sono riusciti a fare le nozze con i fichi secchi e se ancora non siamo al punto di trasformare l'acqua in vino, comunque si stanno attrezzando per la bisogna.

La Meloni, forse memore di quello che fecero contro Berlusconi le consorterie affaristico finanziarie che muovono le agenzie di rating e la commissione europea, ha cercato prima di agganciarsi al treno di comando, sostenendo l'Ucraina e Israele, quindi ha usato mano lieve negli scostamenti dalle politiche economiche dell'unione per poter meglio difendere quelle piccole rettifiche concesse da una disponibilità scarsa a causa degli sperperi degli undici anni precedenti, da Monti a Draghi.

Così i venti euro di riduzione del canone rai (il 22% di taglio, in percentuale !), l'accorpamento delle prime due aliquote Irpef, la conferma del taglio del cuneo fiscale per i redditi più bassi, la conferma di quota 103 con adeguamenti graduali, la revisione dei coefficienti per i contributi ante 1996 di alcune categorie pubbliche, le rivalutazioni delle pensioni in modo inversamente proporzionale alla loro entità (quindi alla capacità dei singoli percettori), sono tutti (e non i soli) provvedimenti che vanno nel senso di una graduale svolta nella gestione delle finanze pubbliche.

La stessa formulazione per l'aumento della cedolare secca (solo sulla seconda casa che viene data in affitto: quanto saranno quelli che, oltre alla casa in cui abitano, hanno più di un appartamento da dare in affitto a terzi ?) dimostra l'attenzione alla tenuta dei conti pubblici come imposto dalla commissione, assieme alla volontà di indirizzare l'Italia verso quella nuova società prospettata dal programma di governo del Centro Destra.

La quota 103, ad esempio, è la dimostrazione che l'obiettivo di legislatura resta la quota 41 (anni di servizio) per andare in pensione.

Certo è che senza gli sperperi dei governi precedenti (110%, banchi a rotelle, reddito di cittadinanza, contributi alle associazioni che assistono i clandestini, monopattini elettrici, bonus e detrazioni a pioggia, etc.), senza le conseguenze delle sanzioni contro la Russia, senza l'accettazione delle imposizioni per la politica di transizione ecologica, insomma se l'Italia potesse governare in piena Sovranità se stessa senza dover rendere conto ad una commissione di burocrati pagati per limitare la Libertà e l'Indipendenza dei Popoli e delle Nazioni, allora avremmo avuto maggiori possibilità di manovra.

E questo sarà il nodo che permarrà nel futuro.

Se le condizioni internazionali ci imporranno di restare nell'Unione del Male, allora ogni nostra possibilità di azione sarà limitata a pochi colpi di timone verso la direzione giusta, dovremo accontentarci di aver messo in naftalina Zan e il suo ddl, lo ius soli e suoi derivati, la patrimoniale sulla casa, i sadici e crudeli eccessi della legge Fornero, la politica delle detrazioni e agevolazioni a pioggia.

E in una situazione in cui sono in corso due guerre nelle quali siamo comunque coinvolti per le conseguenze che producono, è difficile pensare di tagliare i ponti con la commissione, soprattutto perchè, come si è visto anche dalle dichiarazioni della Schlein, di Conte e compagni falce, croce e martello dopo la giusta astensione dell'Italia all'Onu sulla risoluzione giordana che non condannava l'azione terrorista di Hamas, abbiamo sempre purtroppo da fronteggiare le quinte colonne interne, pronte a tradire l'Italia e gli Italiani per asservirsi e asservirci agli stranieri.

Se fossimo uniti almeno nel fronte esterno, potremmo riprenderci subito la nostra Sovranità.

Ma le consorterie affaristico finanziarie, la commissione europea, gli stati stranieri ostili anche se formalmente alleati (come Francia e Germania) possono contare, come già fecero contro Berlusconi, sui loro burattini interni e allora dobbiamo dare tempo alla Meloni, a Salvini ed a Tajani di sviluppare una politica che consenta a questa Italia di stringere accordi, patti ed alleanze che ci rendano più forti anche in caso di necessità di decisioni forti e laceranti.

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