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No alla deriva

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05 ottobre 2023

Non esiste un giudice imparziale

Riprendo il tema delle sentenze dei magistrati sui clandestini (e non solo) alla luce delle nuove prove prodotte e diffuse dal Vicepremier Salvini nei confronti del magistrato catanese che ha liberato alcuni clandestini appena arrivati, disapplicando le norme appena approvate dal Governo.

I magistrati sono persone come tutti noi che hanno solo partecipato, in virtù di un titolo di studio che molti di noi hanno, ad un concorso pubblico e ottenuto un posto da statale nel ramo giustizia.

Portano quindi in quel ruolo tutto il loro bagaglio di esperienza, conoscenza, passioni, valori, ideali, ideologia, odi ed amori.

Come chiunque di noi nel suo lavoro: siamo sempre noi.

Così il magistrato che ha occupato scuole, magari lanciato molotov contro la Polizia e i Carabinieri, cantato l'internazionale e partecipato a tutte le manifestazioni antifasciste, sarà influenzato da quello che è sempre stato il suo percorso politico e nessuno di noi potrà mai aspettarsi da lui un giudizio equo e imparziale.

Purtroppo ho notato che quelli di sinistra hanno in prevalenza optato per la carriera pubblica, più sicura, più tranquilla, meno incline a chiedere risultati e, quindi, anche in magistratura, c'è una maggioranza di addetti provenienti dalle file della sinistra, anche estrema, che portano tutto il loro bagaglio di conoscenza e di ideologia.

Non dobbiamo quindi stupirci se una certa Rachete che ha provato a speronare una motivedetta italiana viene lasciata libera, mentre viene processato Matteo Salvini per essere riuscito, in molti casi, a fermare l'invasione e gli sbarchi dei clandestini.

E non dobbiamo meravigliarci se un magistrato a Catania, con seguito da altre parti, disapplica leggi con sofismi che tutti siamo capaci di costruire (basta poco, un minimo di conoscenza della lingua italiana, una infarinatura di diritto e si aprono tante strade, siamo sempre stati il popolo degli Azzeccagarbugli, in grado, con le parole, di sostenere tutto e il suo contrario).

Non suscita meraviglia, sdegno sì e dobbiamo coltivare questo sdegno per renderci conto che la giustizia non ha bisogno di una riforma, ma di una totale rivoluzione: nelle leggi, nelle strutture, nell'organizzazione e nel personale, a cominciare dalle modalità di reclutamento.

Nel frattempo non possiamo certo lasciare che i magistrati "militanti" (a sinistra) permettano a orde di clandestini di sciamare per l'Italia.

E se sarebbe molto bello che fosse approvata una legge che imponesse ai magistrati di occuparsi di furti, rapine, omicidi, stupri e non di questione che sono decise dalla politica espressione della volontà popolare o un'altra legge che addebitasse al magistrato che lascia libero un clandestino i costi per vitto, alloggio, cure, istruzione e danni riferibili a quel clandestino, dobbiamo prendere atto della realtà.

E prendere atto della realtà significa che occorre impedire le partenze e, comunque, impedire gli sbarchi.

Perchè chi non sbarca non può presentare ricorso alcuno.

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