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No alla deriva

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11 ottobre 2023

La Storia, Maestra di Vita

Tra il 73 e il 71 avanti Cristo, Roma, impegnata ai confini esterni su più fronti (Mitridate nel Ponto, Sertorio in Spagna) si trovò ad affrontare una pericolosa rivolta di schiavi che aveva importato nel corso delle sue vittoriose campagne militari, per utilizzarli nei lavori più faticosi o negli spettacoli gladiatorii.

Il cinema, americano, ha enfatizzato la figura del presunto capo dei ribelli, Spartaco, calando sempre un velo di censura sulla fine che toccò ai ribelli.

Perchè nel 71, Crasso, con l'apporto di Pompeo di ritorno dalla Spagna con le legioni vittoriose su Sertorio, represse ogni velleità degli schiavi uccidendo tutti gli schiavi catturati dopo la battaglia, mentre Pompeo fece lo stesso con quelli che avevano cercato di fuggire.

Gli storici classici parlano dai diecimila ai quindicimila schiavi, oltre a quelli morti in battaglia.

La rivolta fu domata, quindi, ma ad un costo molto alto.

La Storia ci insegna attraverso le pagine del nostro miglior passato, quello di Roma, come l'immissione massiccia di estranei al tessuto etnico, culturale, sociale, provoca solo danni, lutti, morti.

E rende necessario combattere, prima o poi, per conservare la proprietà della terra sulla quale si è nati e nella quale hanno vissuto i nostri padri.

In Italia ci sono già oltre otto milioni di stranieri immigrati, più un numero imprecisato di clandestini.

Molti, tanti, troppi sono di religione musulmana, la più impermeabile ad integrarsi nella nostra società, accettandone regole, leggi, costumi, persino gli alimenti e le festività.

Come tutte le nazioni occidentali ci siamo indeboliti moralmente, dando libero sfogo alle peggiori pulsioni e mentalmente, avendo subito un bombardamento pressochè quotidiano di buonismi che disinnescano progressivamente la nostra capacità di reagire alle aggressioni fisiche.

Siamo troppo sbilanciati sulle parole.

Siamo distratti da minchiate galattiche come il cambiamento del clima e la transizione ecologica e da eventi, come la guerra tra Russia e Ucraina, nei quali, prendendo posizione, non solo prolunghiamo le sofferenze di chi è coinvolto in prima persona, ma anche regaliamo ai tradizionali nemici dell'Occidente una nazione importante come la Russia.

Adesso vediamo che persino Israele, che si credeva avesse il miglior esercito del mondo e il più efficiente servizio di informazioni, è stato colto di sorpresa da una aggressione ai propri confini e fatica a reagire.

Io non dimentico gli anni settanta-primi ottanta, le stragi palestinesi alle Olimpiadi di Monaco, i loro dirottamenti aerei, la strage di Fiumicino, l'omicidio del turista imbarcato sulla Achille Lauro.

E sono preoccupato per come sapremmo reagire se tutti i clandestini e quelli a cui, alla fine, viene, purtroppo, sempre concesso un permesso di soggiorno, decidessero che è giunta l'ora della loro jihad.

Le avvisaglie le abbiamo avute con le rivolte nelle banlieu francesi e belghe.

La Storia ci insegna che quando scoppia una rivolta, oltre a non avere certezze sul risultato finale, oltre ad avere un inizio dirompente con tanti morti perchè chi colpisce di sorpresa provoca maggiori perdite di quante ne subisce, poi richiede un costo enorme per spegnerla.

Non sarebbe meglio prevenire, cominciando a fermare gli sbarchi dei clandestini, con qualunque mezzo fosse necessario, anche la forza militare, rispedendo anche a casa loro quelli che, nel frattempo, sono già tra noi ?

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