Come accadde a Monti, sono bastati pochi mesi per demolire l'immagine e la figura di Mario Draghi che oggi è puntellato unicamente da una campagna di stampa orchestrata dai quotidiani e dalle televisioni appartenenti alla consorteria affaristico e finanziaria di cui è emanazione.
Come accadde a Monti, anche Draghi, disperato, non trova altra soluzione che rifugiarsi tra le braccia dei cattocomunisti, simbolico l'abbraccio con Landini, che gli offrono la copertura della stampa e della televisione, oltre alla manovalanza per manifestare il sostegno alle sue politiche.
In cambio deve solo fare acquiescenza allo spostamento della discussione politica dalle questioni concrete, all'antifascismo, allo ius soli, alla patrimoniale che si traducono nei provvedimenti "allo studio" di scioglimento di Forza Nuova, all'apertura dei porti ai clandestini e alla revisione del catasto per aumentare l'imposizione sulla casa.
Appare evidente che Draghi non solo non è "l'uomo della necessità" come vorrebbe una Confindustria prostrata e alla ricerca di rottamazioni e incentivi, ma non rispondendo dei suoi atti al Popolo, lungi dall'essere la soluzione, è lui stesso il primo dei problemi da rimuovere.
1 commento:
Non solo con Landini e la CGIL (così come Monti andò a Cernobbio a pranzo con la Camusso), ma con tutta l'area di sinistra e perfino di quella dichiaratamente comunista come Speranza che non ha voluto DI PROPOSITO rimuovere dal suo ministero, allorché cadde Conte. Si realizza così l'aforisma di Spengler: "La sinistra fa sempre il gioco del grande capitale. A volte perfino senza saperlo...". Vale anche per il movimento green pagato da Soros, e per "gretine" varie.
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