I nodi stanno venendo al pettine ed è ottima la posizione di Salvini che sta mettendo con le spalle al muro Draghi e il governo, estorcendo promesse (che non saranno mantenute: non mi fido di Draghi) ma anche, straparlate del non più taciturno Draghi, che svela inconsapevolmente quello che rimaneva nascosto nelle condizioni imposte dall'Unione del Male per il prestito cravattaro cui l'Italia di Conte e Draghi ha avuto accesso.
Il tema è sempre quello: le tasse, le imposte, il fisco.
Draghi e i suoi sono alla sempiterna ricerca di una mucca da mungere e, stante il reddito fermo degli Italiani, non trovano di meglio che mettere le mani sui nostri risparmi e sulle nostre case, anche quando negano di volerlo fare.
Del resto Goria, fino al giorno prima, a metà degli anni ottanta, aveva giurato e spergiurato che non avrebbe messo una tassa sui titoli di stato, poi quella tassa la mise proprio lui.
Amato (veggasi prima pagina d'epoca) nel 1992 giurava e spergiurava che non avrebbe messo le mani nei conti correnti degli Italiani, poi, "una notte buia e tempestosa", vi è entrato furtivamente sottraendo lo 0,6 per mille del saldo.
Oggi Draghi giura e spergiura che non tocca le case degli Italiani e che non metterà nuove tasse.
Considerando che chi comanda nell'Unione del Male vede di cattivo occhio il sistema di vita degli Italiani, il nostro elevato tenore di vita, il benessere e la proprietà delle case di abitazione (80% degli Italiani sono proprietari almeno di una abitazione) e la propensione al risparmio, dubitiamo che le parole di Draghi, che ben conosce i suoi referenti, siano da prendere come oro colato.
Tanto più che sono ambigue.
Non imporre nuove tasse, non significa non aumentare quelle esistenti.
Io posso non imporre alcuna nuova tassa, nè aumentare la percentuale di prelievo, ma modificando il valore sul quale quella percentuale insiste, aumento il prelievo.
Se, oggi, la casa è valutata 100 e tassata per 1%, pago 1.
Ma se domani la casa viene valutata 200, quell'1% comporta una sottrazione di 2.
Non hanno aumentato le tasse, ma mi sottraggono più soldi per un bene che non produce alcun reddito e che neanche dovrebbe contemplare la benchè minima tassazione, visto che tutti gli oneri, i benefici, l'urbanistica sono già pagati a parte con tasse di scopo (come le utenze) o generali (come le strade).
Ma l'ambiguità, che diventa inaffidabilità, della parola di Draghi emerge ancor di più quando afferma che lui non segue il ciclo elettorale (per forza: non si presenta al voto degli Italiani !) ma il pnrr e le condizioni imposte dall'Unione del Male, tra le quali c'è la revisione del catasto.
Quindi, sotto la foglia di fico del "lo vuole il cravattaro di Bruxelles", la tassa è servita.
E il suo stesso ministro dell'economia, Franco, ammette che la revisione metterà a disposizione un catasto riordinato e che dal 2026 potrà essere utilizzato da chi vorrà.
Il 2026 è SOLO fra cinque anni.
Contrariamente, poi, alle affermazioni di Draghi secondo il quale nessuno pagherà di più e nessuno di meno, una sottosegretaria afferma invece che qualcuno pagherà di meno e qualcuno di più.
Sono pronto a scommettere che compensando il meno con il più, sarà nettamente prevalente il denaro che verrà sottratto complessivamente dalle nostre tasche per sperperarlo in reddito di cittadinanza e accoglienza dei clandestini.
Se Draghi volesse realmente mettere soldi nelle tasche degli Italiani, come disse una volta, non deve creare cortine fumogene, basterebbe ridurre di uno, due, tre punti tutte le aliquote irpef o, meglio ancora, dovrebbe togliere ogni tassazione ed ogni inclusione della casa nel reddito individuale.
Perchè se anche, fino al 2026 come sostiene Franco, la revisione del catasto non influirà sull'irpef, può invece influire sul calcolo del reddito individuale ai fini dell'isee e di tutto ciò che ne consegue, dall'ammissione dei figli all'asilo, al pagamento del ticket sanitario ed a tutta un'altra serie di sostegni che si basano sul reddito individuale.
Del resto, perchè l'Unione del Male vuole fare una revisione del catasto e Draghi fa acquiescenza alla sua imposizione ?
Non certo per ridurre il peso fiscale sugli Italiani, semmai il contrario.
Quindi ogni affermazione che tende a negare la realtà è come minimo ambigua, più spesso inaffidabile.
Come le parole che spesero ai loro tempi Goria ed Amato.
Nessun commento:
Posta un commento