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20 ottobre 2021

La fiera delle banalità

Draghi ha partorito il topolino.

Lungi dall'essere quel fenomeno che ci viene proposto dalla stampa serva, il progetto di bilancio di Draghi ricalca tutti i precedenti (di centro, destra e sinistra) con l'unica particolarità che, pur avendo a disposizione una montagna di denaro a debito, sembra venga disperso per provvedimenti clientelari.

Come il reddito di cittadinanza.

Spese improduttive, per le quali viene corrisposto un importo superiore (pare il doppio) di quello messo in campo per contenere gli aumenti delle bollette.

Saranno poi da vedere gli effetti concreti, i numeri, della millantata riduzione delle tasse sui redditi da 28 a 55mila euro, che, se non verranno assistiti da un consistente pacchetto di riduzione, rischiano di trasformarsi in una mancetta propagandistica da pochi euro.

Eppure il modo per intervenire, semplificando, c'era eccome.

Ogni trimestre in conto corrente troviamo un addebito (se ben ricordo dello 0,05%) che va sotto il nome fuorviante di "imposta di bollo sui prodotti finanziari".

Perchè la tassazione (che c'è !) sulla RENDITA finanziaria è quella sugli interessi che vengono corrisposti.

Quella è una rendita, questa, trimestrale, invece è una tassa sul valore dei titoli in deposito, a prescindere dal rendimento.

Così se uno ha 100mila euro in deposito, paga 50 euro, indipendentemente dai movimenti effettuati e dagli interessi pagati (l'anno scorso, ad esempio, furono bloccati tutti i dividendi delle banche).

E non è l'unica tassa infame che colpisce un qualcosa che reddito non è.

Sempre sui titoli il cosiddetto "capital gain", cioè la differenza tra il prezzo di acquisto e quello di vendita.

Lo stato tiranno presume che siamo tutti speculatori (quindi, chissà perchè, da punire con una tassa) anche quando il differenziale emerge alla scadenza naturale del titolo e non per vendita sul mercato.

E che dire della cosiddetta "tobin tax" che colpisce, su tutta una lunga serie di titoli, la compravendita per il solo fatto di eseguirla ?

Tutta roba che, assieme alla tassa sulla casa (prima, seconda, decima, centesima che sia) ha per oggetto la proprietà, forse per accontentare quel genio di Landini che praticamente attribuisce alla proprietà privata la responsabilità delle violenze sulle donne.

Altro che riduzione dell'irpef probabilmente per una percentuale limitata e insignificante.

Con tutti i soldi che si stanno sperperando uno bravo farebbe una riduzione spettacolare delle tasse, riducendole e tagliandole.

Ma Draghi preferisce galleggiare, perchè sappiamo benissimo tutti quale sia la sostanza che galleggia.

 

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