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No alla deriva

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02 ottobre 2022

Buona la prima (uscita)


Mentre la Moratti, dopo aver perso Milano, briga per far perdere al Centro Destra anche la regione Lombardia, Giorgia Meloni, a sei giorni dal voto, fa la sua prima uscita pubblica alla conferenza della Coldiretti (veggasi video) e delinea con grande chiarezza (per chi vuole capire) la linea che terrà il suo governo.

Pochi minuti, senza svelare nulla dei colloqui con Berlusconi e Salvini, ma con la riaffermazione di un principio che è stato negli ultimi undici anni, trascurato dai governi da Monti a Draghi nel nome dell'Unione del Male, al cui altare sono stati sacrificati gli interessi degli Italiani.

La Meloni, come dai banchi dell'opposizione, ricorda anche oggi, ad un mese circa (spero anche meno) dal momento in cui potrà concretamente operare come Primo Ministro e Presidente del Consiglio, ricorda che l'Italia starà nell'unione, come in tutte la altre organizzazioni di cui fa parte, per tutelare l'Interesse Nazionale.

Lo dice all'assemblea di una associazione agricola, che opera in un settore penalizzato dalle politiche dell'unione (tutti ricordiamo la questione delle cosiddette "quote latte", ma anche l'ignobile "nutriscore" teso a favorire prodotti alimentari manipolati o presunti innovativi (ma in realtà totalmente disgustosi come gli insetti incautamente e sorprendentemente pubblicizzati dall'astronauta italiana Cristoforetti) o le imitazioni dei prodotti tipici, senza alcuna difesa da parte dell'unione.

Devo dire che la Meloni, finora, non ha sbagliato nulla, nè in campagna elettorale, nè in questa prima settimana dopo il voto e questo lo riconosce nel suo articolo odierno anche Marcello Veneziani che, con grande realismo, dice la sua opinione su un tema all'ordine del giorno (come la controversia verso la Russia e la posizione occidentale) ma riconosce coerenza alla posizione, che lui pur non condivide, della Meloni.

Ancora di più Veneziani riconosce che se la Meloni avesse brandito la spada della Sovranità per sganciarsi dalla politica estera in appoggio agli Stati Uniti, non riceverebbe mai l'incarico, per cui l'unica possibili è nel fatto di formare il governo e poi, sempre restando nel quadro della Nato, far valere la rilevanza geostrategica dell'Italia invece di accucciarsi ai piedi di Biden (e di Zelensky).

La Meloni non ha parlato di politica estera, salvo un breve accenno, senza nominarla, alla Germania che, con il piano da 200 milioni di euro, si preoccupa delle aziende e famiglie tedesche e non di quello che non decide l'unione.

Mi aspetto adesso ancora una decina di giorni di prudenza e, poi, cominceremo a capire, con l'elezione dei presidenti della camera e del senato l'impronta che la Meloni intende dare al suo governo.

1 commento:

lantarner ha detto...

da appassionato di astronautica ero ovviamente soddisfattissimo per la Cristoforetti (anche se la signora in questione mi ispirava già da prima, un senso di antipatia, al contrario ad esempio del suo collega Luca ParmItano), ma adesso la mia stima per lei è crollata ai minimi termini. Sarà anche una bravissima astronauta e un vanto per l'Italia, ma personalmente la considero una co.. una co... una co... (mi manca la parola, ah si , una cosa da nulla)