Nel momento in cui scrivo è appena terminato il discorso programmatico di Giorgia Meloni, di cui immagino stampa, radio e televisione daranno ampiamento sintesi e chiose, per cui non ne farò il riassunto, limitandomi a dire che non solo mi è piaciuto nel modo, ma anche nel contenuto, condividendolo almeno al 95%.
Dico subito che l'unico punto che non condivido è il paragrafo dedicato al presunto "ricatto energetico di Putin" con il quale conferma l'aiuto all'Ucraina, perchè, se condivido la necessità di dare credibilità all'Italia nella continuità alle alleanze, avrei preferito una posizione che rilanciasse ipotesi di tregua e di trattative, non di guerra.
Mi è anche piaciuta la sua condanna delle dittature, anche se ha citato solo il Fascismo e le cosiddette "leggi razziali", perchè ha saputo, come già fece La Russa nel suo discorso, aprire la porta ad una pacificazione nazionale, ricordando come tanti giovani siano stati uccisi nel nome dell'antifascismo militante.
E mi è piaciuta la sua rivendicazione delle Radici ideali del suo essere di Destra.
Per il resto, la puntigliosa conferma di un programma di legislatura, con l'avvertenza che, in una situazione critica che il Centro Destra ha ereditato da dieci anni di governi di diverso colore politico, i primi interventi saranno necessariamente quelli sulle questioni energetiche e di lavoro che oggi rappresentano un peso morto per ìl nostro sviluppo.
Con pragmatismo, termine che ha ripetuto più volte, perchè se ha delineato un'Italia nuova, migliore rispetto a quella degli ultimi dieci anni, la Meloni si rende anche perfettamente conto che tale strada è ostacolata dal fallimento di dieci anni di governi dei cattocomunisti e dei tecnici.
Mi è piaciuto perchè non ha rinunciato a nulla del programma del Centro Destra, sul piano fiscale, ribadendo la volontà di bloccare il flusso dei clandestini e rimandando al mittente lo snobismo della "vigilanza" straniera (leggi: francese) sui nostri atti e diritti.
Per chi dal 26 settembre ha cominciato a lagnarsi sulla continuità in materia sanitaria, la Meloni ha praticamente annunciato una inchiesta su quello che è accaduto con il virus cinese perchè pur avendo attuato le misure più restrittive e persino limitative della Libertà individuale, abbiamo avuto i peggiori risultati.
Ed ha confermato che quelle misure, in caso di nuova pandemia, non saranno replicate.
Un discorso che guarda al futuro, consapevole delle capacità e dei valori dell'Italia e mi piace sottolineare l'aver utilizzato più volte il termine "Nazione" e una volta "Patria", ma mai "paese", ponendo l'accento sulla Sovranità, in campo energetico (ha annunciato che finalmente trivelleremo il nostro gas in Adriatico) e alimentare (con una stoccata alla Boldrini).
Ma, sopra tutto, la necessità di affrontare pragmaticamente i problemi da quelli più urgenti, senza mettere troppa carne al fuoco.
E' questo pragmatismo che mi sembra la caratteristica che maggiormente denota questo Governo.
Una prospettiva di grande cambiamento e sviluppo, un traguardo cui si potrà arrivare, ma affrontando i problemi uno alla volta, in base alle priorità e alle disponibilità, perchè la gatta frettolosa, fa i gattini ciechi.
Se il buongiorno si vede dal mattino, abbiamo assistito alla nascita di una nuova Italia politica, non a caso con un Presidente del Consiglio di 45 anni.
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