Oggi, venerdì 28 ottobre 2022, immagino che stampa, radio e televisioni ricordino un Centenario, punto di svolta della nostra Storia Patria.
Sicuramente anche nei cosiddetto "social" ci saranno commenti e saranno sicuramente più rappresentativi di quello che stampa, radio e televisioni produrranno a senso unico.
L'Italia del 2022 è cambiata (e sarebbe gravissimo se non lo fosse !) almeno quanto era diversa l'Italia del 1922 da quella del 1822.
Leggeremo e ascolteremo le marchette antifasciste, ma non credo che ci saranno ancora valutazioni storiche sensate e imparziali.
Per quelle dobbiamo ancora riferirci unicamente a Renzo De Felice che probabilmente ha già scritto una pagina importante dall'analisi storica che sarà sicuramente alla base dei futuri studi quando, finalmente, si scriverà la parola "fine" alla Guerra Civile iniziata l'8 settembre del 1943 (alcuni dicono il 25 luglio, ma non comporta una sostanziale differenza).
Cento anni dopo dovremmo essere in grado di guardare a quei fatti e a quel Ventennio con occhi distaccati e obiettivi, invece è continuamente alimentato un odio ottuso e privo di prospettive.
E' tanto difficile ammettere che il Fascismo fu un momento storico che ha caratterizzato la nostra Italia e di cui non dobbiamo vergognarci affatto, come non dobbiamo vergognarci di nessun accadimento storico che riguarda la nostra Patria ?
Se siamo oggi quelli che siamo, lo dobbiamo al concatenarsi di eventi, di decisioni, di vittorie e di sconfitte che si sono succedute nel tempo e, quindi, anche del Ventennio Fascista.
Quella proposta politica oggi, in tutta evidenza, non è attuale nè proponibile, come non lo è il socialismo neutralista e violento di quegli anni e neppure il popolarismo cattolico o il liberalismo ottocentesco.
Il mondo è andato avanti, abbiamo avuto nuove esperienze e nuove scoperte che hanno resi obsoleti i vecchi schemi e le vecchie ideologie.
I due Presidenti, del Senato Ignazio La Russa e del Consiglio Giorgia Meloni, lo hanno capito ed hanno entrambi, a modo loro, teso una mano perchè, dopo cento anni, vi sia una pacificazione nazionale che consegni il Fascismo alla Storia.
Non sembra che a sinistra abbiano colto l'importanza di una tale disponibilità.
E non dubito che, in mancanza di argomenti, si rifugino tirando il pallone nella tribuna dell'antifascismo, perpetuando uno stato di scontro latente (a volte non solo) che rallenta il progresso dell'Italia.
Un vero peccato perchè una ricorrenza come un Centenario di un evento che ha segnato la Storia Patria non capita tutti i giorni e andava colta per guardare al futuro e non per rimestare nelle divisioni del passato.
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