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10 ottobre 2022

L'Italia della Meloni capofila dell'Europa dei Popoli e delle Nazioni

Nell'Unione del Male ci sono tre stati maggiori per dimensioni, pil, abitanti: l'Italia, la Francia e la Germania.

Se si escludono gli anni di Berlusconi, l'Italia si è sempre presentata come vassallo della Francia o della Germania, quando non di entrambe, lasciando loro ogni spazio di manovra per dare all'unione l'indirizzo politico che, inevitabilmente, era funzionale agli interessi di quei due stati e dei loro ancillari stati satellite come l'Olanda, il Belgio, il Lussemburgo.

Con Berlusconi l'Italia tentò di affrancarsi, giocando un ruolo autonomo, grazie anche alla triangolazione con gli Stati Uniti di Bush e la Spagna di Aznar, oltre agli ottimi rapporti personali con Putin.

Sappiamo come è andata a finire, anche perchè Berlusconi non oppose resistenza, condizionato come fu dalla sua adesione al partito popolare della Merkel e dall'interesse di salvaguardare le sue aziende.

La Meloni non ha aziende da salvaguardare e non aderisce al ppe ma, anzi, è lei stessa a capo del fronte conservatore.

Ci fu però un passaggio che Berlusconi non fece (o non fece in tempo a realizzare) cioè quello di portare l'Italia, uno dei tre grandi stati, ad essere il punto di riferimento degli stati di dimensioni più piccole che però rifiutano il ruolo ancillare verso Francia e Germania e, più in generale, verso una politica deviante sul piano morale, economico, culturale e sociale.

Penso all'Ungheria, alla Polonia, alla Repubblica Ceca e alla Slovacchia, ma anche ad una Spagna e ad un Portogallo che possano liberarsi dal socialismo di Sanchez, alla Svezia della nuova maggioranza di Centro Destra, alla Grecia che già ha pagato un pesantissimo tributo agli squali della finanza ed agli ottusi burocrati di Bruxelles.

Un blocco di stati uniti da una visione di Europa dei Popoli e delle Nazioni e non della finanza e della burocrazia.

Il messaggio di Giorgia Meloni alla riunione di Vox è indicativo di una politica italiana che cambierà, magari non subito in modo evidente, ma che non sarà più quella parruccona e paludata di Draghi e Mattarella.

Dall'Europa delle banche e dell'arrogante austerità, all'Europa dei Popoli e delle Nazioni che avrà nell'Italia lo stato attorno al quale potranno aggregarsi tanti altri che respingono l'arrogante dominio francotedesco.


 

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