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15 ottobre 2022

Come mandare in frantumi un bel sogno

La vittoria del Centro Destra alle elezioni del 25 settembre, ancorchè senza la maggioranza dei due terzi che avrebbero consentito un agevole cambio della costituzione, è tale da garantire una navigazione tranquilla alle camere, tanto più che, con meno parlamentari, i capi gruppo possono meglio controllare i loro iscritti.

L'elezione di Ignazio La Russa come Presidente del Senato e Lorenzo Fontana Presidente della Camera dei Deputati, ha impresso una forte caratterizzazione Ideale e Valoriale, che rispecchia in pieno il mandato che noi Elettori abbiamo affidato alla Coalizione.

L'identità di carattere tra Giorgia Meloni e Silvio Berlusconi rischia di mandare tutto in frantumi, facendo terminare prima ancora che inizi il bel sogno emerso dalle urne e dando a Mattarella il pretesto per seminare ulteriore zizzania e imporre nuovi paletti che, davanti ad una maggioranza compatta, non si sarebbe azzardato a porre.

Se la Meloni ha dimostrato di possedere quelle scaltrezze, quella visione e quella capacità di muoversi di un politico di razza, Berlusconi ha denunciato tutti i suoi 86 anni, rimanendo umiliato e isolato.

So che a destra, soprattutto in quella parte della destra con più forti radici nelle origini del Movimento Sociale Italiano, Berlusconi non è mai stato ben visto e lo si sopportava per i risultati che portava.

In particolare gli hanno sempre contestato un atteggiamento padronale che stava molto stretto ai vecchi missini che, a stento, accettavano la leadership di Almirante.

La risposta sferzante di una Meloni, già vincitrice in Senato con La Russa, ha quindi ottenuto il consenso e l'applauso di tanti, anche di molti che non l'hanno votata e anche di tanti in Forza Italia che non sopportano la Ronzulli.

Ma rispondere all'ottantaseienne Berlusconi, rincarando la dose è, per me, sbagliatissimo.

Sia da un profilo di cortesia ed educazione, sia sotto un aspetto di opportunità per salvaguardare la maggioranza uscita dal nostro voto, ma anche per dimostrare capacità di comando.

Perdonare e tacere, sarebbe stata la scelta migliore per la Meloni, magari attribuendo un ministero alla Ronzulli che sarebbe come un ramoscello di ulivo, nel nome di un interesse ben più alto della supremazia e del riconoscimento di una primazia.

In questo quadro emerge la figura di Matteo Salvini, concreta, che non risponde in genere con livore neppure alle offese più gravi e che ha sempre tenuto come primo obiettivo l'unita della Coalizione di Centro Destra.

Spero che il tempo e l'intervento di pontieri possa appianare i dissidi, perchè non si può regalare Forza Italia al nemico e non esiste proprio sostituire Berlusconi con il due Renzenda, di cui nessuno potrebbe mai fidarsi.

Mi piace quindi ricordare la Meloni non quando battibecca con l'ottantaseienne Berlusconi, ma quando fa, benissimo, il Capo del Centro Destra, indirizzando le sue capacità dialettiche contro la sinistra.

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