Negli anni ho "visto" decine di crisi di governo e se ad ogni incarico fiorivano i totoministri, mai, prima di oggi, avevo assistito ad un così serrato attacco ad un governo che ancora non c'è.
E non c'è perchè Mattarella, quando torna comodo alla sua fazione, rallenta tutto con la scusa di rispettare la costituzione scritta e non scritta, applicando una liturgia più lunga di una messa cantata.
Con un risultato così chiaro uscito dalle urne, il 26 settembre, Mattarella avrebbe dovuto chiamare la Meloni e incaricarla di formare il nuovo governo e mentre lei compilava la lista dei ministri con la collaborazione di Salvini e Berlusconi, si procedeva con la proclamazione degli eletti e le convocazioni delle camere per i primi adempimenti.
Oggi, 6 ottobre, non avremmo ancora i presidenti delle due camere, non avremmo ancora la fiducia al nuovo governo, ma avremmo già un nuovo governo, senza lasciare spazio alle meschine furbizie di Draghi, il sopravvalutato che ci ha portato l'inflazione al 10% (dal 2 quando è entrato in carica); ha aumentato il debito pubblico di altri 170 miliardi portandolo a sfiorare i 2800 miliardi (1900 quando Berlusconi fu silurato dal complotto internazionale della Merkel e di Sarkozy nel 2011) e ad un crisi energetica senza uscita a causa delle sanzioni alla Russia e al finanziamento e regalie di armi all'Ucraina.
Non a caso la Meloni, pur con tutta la pazienza di cui ha dato prova di avere, ieri ha avvertito che l'attuazione del pnrr (che comunque dovrà essere rivisto) è in ritardo, suscitando la reazione di Draghi che non vuole macchiare la sua immagine e che afferma il contrario.
Qualcuno si è accorto dell'attuazione del pnrr ?
Qualcuno ha visto cantieri aperti, infrastrutture in costruzione, stazioni, autostrade ?
No, niente di tutto ciò.
Gli "adempimenti" del furbetto sopravvalutato sono solo chiacchiere, quelle che riempiono i convegni e i centri studi frequentati da Draghi e dal suo degno predecessore Monti.
Bravissimi ma solo a parole.
Tanto vero è che, con meschina furbizia, Draghi ha proposto un pnrr con una prima parte fatta di chiacchiere (le fumose riforme, tra le quali leggo ci sarebbe anche la nuova legge sulla giustizia della Cartabia che non ha cambiato nulla in quel settore, come si rileva dall'ultima elezione del csm, ma che viene pomposamente considerata l'attuazione di uno dei punti del pnrr) ed una seconda, che nei suoi piani doveva essere attivata quando lui fosse già stato comodo sulla poltrona quirinalizia, scaricata sulle spalle del suo successore, con tutti i debiti contratti e gli impegni assunti.
La Meloni ha tutte le ragioni per dire che siamo indietro con l'attuazione di quel pnrr e che la sinistra cercherà di addossarne le colpe al nuovo governo.
Noi abbiamo tutto il diritto di chiedere alla Meloni di rispondere a Moody's, a Draghi, alla Von der Leyen, anteponendo l'Interesse Nazionale, a prescindere da un pnrr concettualmente sbagliato nel suo approccio ecologista e, alla luce dell'attuale situazione politica ed economica, ormai ampiamente superato e da rivedere in modo significativo.
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