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22 ottobre 2022

Chiusura di un cerchio

Nonostante le gufate di commentatori, twittaroli e semplici elettori cattocomunisti, Mattarella non ha potuto fare altro che conferire a Giorgia Meloni l'incarico di formare il nuovo governo e, sempre nonostante le medesime persone sofferenti per il risultato elettorale, ha immediatamente presentato la lista dei ministri.

Da questa mattina, con il giuramento, il nuovo Governo è finalmente insediato e Draghi consegnato ai libri di Storia che ci diranno quanto sia stato dannoso per l'Italia e, passata l'agiografia del momento imposta dalle consorterie di potere, ne denunceranno gli errori, le menzogne, i fallimenti.

Sono convinto che non riusciranno a trovare neppure un intervento di successo negli ultimi venti mesi di governo, ma ne scriverò nei prossimi giorni.

Oggi preferisco godermi la svolta che vede la Destra a Palazzo Chigi per la prima volta nella Storia dell'Italia post bellica.

Leggo tanti commenti che fanno le pulci ai ministri scelti e ci sono quelli che, fino a ieri, invocavano il cambiamento che oggi criticano perchè i ministri sono, per lo più, sconosciuti.

La sinistra ha la faccia di tolla di latrare su un presunto basso profilo dei ministri, proprio lei che ha per tre anni portato nei ministeri gente come Toninelli, Di Maio, la Dadone, la Lamorgese, la Bonetti, la Bellanova, Bianchi, Franceschini, Speranza e l'elenco potrebbe allungarsi.

Gli incontentabili, che con tutte le liste monotematiche hanno complessivamente raccolto il 4% senza entrare in parlamento, avrebbero voluto che, pur sconfitti nelle urne, il nuovo governo fosse l'ayatollah delle loro pretese e oggi si lamentano per questa o quella dichiarazione rilasciata nel passato dal singolo neoministro, senza guardare al quadro complessivo.

Naturalmente anche all'interno dei partiti della Coalizione di Centro Destra ci sono i delusi, quelli rimasti fuori dal Governo, quelli che dovranno aspettare la prossima occasione (mi auguro solo fra cinque anni).

Ci sono sempre degli insoddisfatti, ma quello che conta sarà l'indirizzo che il Governo darà alla politica italiana e se il buongiorno si vede dal mattino, cominciamo bene.

Infatti si comincia con una piccola rivoluzione lessicale in alcuni ministeri (si parla di Famiglia e Natalità, si parla di Sovranità Alimentare, si parla di Merito abbinato all'Istruzione, si parla di Energia e non più di transizione ecologica, abbinandole l'Ambiente, si parla di Imprese ...) e sappiamo benissimo quanto le espressioni e le denominazioni contino nell'influenzare una società (basti guardare alla parola "negro" o alle pretese di cambiare la lingua italiana sul plurale riferito a persone od oggetti di genere maschile e femminile).

E' il massimo che si poteva avere al momento steso della costituzione del Governo, ma è anche in continuazione con quanto ripetutamente affermato da Giorgia Meloni circa l'Interesse Nazionale come Stella Polare dell'azione di governo.

Ma, più di tutto, riempie di soddisfazione il coronamento di un lungo percorso che ha portato Giorgia Meloni a diventare Primo Ministro, partendo dalla militanza di base in sezione, nel Fronte della Gioventù, nel Movimento Sociale Italiano, in Alleanza Nazionale, nel PdL e in Fratelli d'Italia che nel 2013 ottenne solo l'1,9% dei voti.

Un percorso di coerenza che ha compiuto senza sbandamenti, senza incoerenze e che, se mi si permette, le è stato consentito, a lei nata nel 1977, grazie a tutti quei giovani, oggi ormai sessanta e settantenni, che negli anni di piombi hanno saputo tenere accesa quella Fiamma che molti hanno chiesto alla Meloni di spegnere, ma che lei ha, con legittimo orgoglio, suo e nostro, tenuto accesa, anche in queste ultime elezioni.

Giorgia Meloni ha detto, dopo l'incarico, che "si è chiuso un cerchio" e credo che anche per molti che furono adolescenti negli anni settanta si sia oggi, con il giuramento del primo governo a guida della Destra, chiuso un cerchio.

E la Meloni, che anche ieri parlava di Nazione e non si nasconde dietro l'incolore termine "paese", sa che le aspettative sulle sue scelte sono molto più alte e importanti che la semplice riduzione delle bollette o l'abolizione dell'obbligo vaccinale.

Noi ci aspettiamo che dia una sterzata all'Italia, facendola risorgere, nel nome della nostra Identità, dei Valori della Tradizione e degli Ideali mai ammainati.

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