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No alla deriva

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06 gennaio 2023

Nella calza della Meloni

Se l'Epifania tutte le feste si porta via, il 6 gennaio segna anche la fine del primo periodo, quello di assestamento, del Governo Meloni, il primo presieduto, dopo quasi 80 anni, da un esponente di Destra (senza "Centro", anche se la Coalizione resta di Centro Destra).

In carica da fine ottobre dopo le elezioni del 25 settembre, in poco più di due mesi la Meloni ha dovuto affrontare urgenze immediate, lasciti dei governi precedenti e degli impegni da loro assunti, per undici anni, quando hanno messo le mani copiosamente nel bilancio dello stato e svenduto Sovranità Nazionale.

Spendere è più facile che risparmiare, cedere qualcosa che appartiene genericamente "a tutti", è più facile che difenderlo e preservarlo.

Così hanno fatto da Monti a Draghi, impegnando l'Italia sotto una bandiera che non è (e mai sarà) la nostra e mettendo al collo di tutti noi un cappio formato dai prestiti chiesti all'Unione del Male, la cui estremità è stata messa nelle mani della Von der Leyen e della Lagarde, una tedesca e una francese, storicamente nemiche dell'Italia,

Da Monti a Draghi, passando per Letta, Renzi, Gentiloni, Conte, hanno trasformato l'Italia nella discarica dell'Europa che non vuole clandestini.

Anche in questo caso, facile scaricare i clandestini nei nostri porti e poi lasciarli sciamare per il territorio nazionale, tanto furti, stupri, degrado, sono tutti a carico dei cittadini, non certo delle ong o dei politici cattocomunisti e loro sostenitori nella stampa, nella magistratura, tra nani e ballerine.

Quindi quello che trova la Meloni oggi nella sua calza è tanto carbone, ma di quello amaro, perchè dovrà anche bere molto fiele se vorrà tirar fuori l'Italia dal pantano in cui, da Monti a Draghi, è stata messa.

Dovrà bere fiele perchè i cattocomunisti (politici, giornalisti, nani e ballerine) sono ormai al servizio non dell'Italia e degli Italiani ma, quando va bene e volendo essere generosi nel concedere la buona fede a tutti, di uno stato sovranazionale che ci vede unici disposti a rinunciare alla nostra Identità ed a svendere i nostri interessi, quando Francia e Germania, ma anche i piccoli come Olanda, Finlandia e Ungheria, delle direttive dell'Unione applicano solo quelle funzionali ai loro interessi, disapplicando, senza tanto rumore, quelle che non lo sono.

Quindi chi ha prosperato sui nostri debiti, sui nostri sacrifici, sul nostro lavoro, non rinuncerà ad ostacolare il percorso virtuoso della Meloni per un recupero di Dignità e Sovranità Nazionale.

Ma il fiele arriverà anche dai "duri e puri" della nostra stessa area politica che ambiscono alle nostre stesse realizzazioni, ma le vogliono tutte e subito.

Ognuno con la sua bandierina di "priorità" e se la Meloni non provvede, ecco che è già qualificata come "traditrice" o "collusa".

Anch'io, ad esempio, vorrei che le navi ong venissero affondate appena mettono la prua nelle nostre acque territoriali, ma capisco che sarebbe difficile respingere la canea cattocomunista che ne seguirebbe, soprattutto con una parte consistente di Italiani che hanno da tempo subito il lavaggio del cervello e quindi remerebbero contro i loro stessi interessi.

Anch'io vorrei l'abolizione di tutti i bonus, redditi da divano, rottamazioni, agevolazioni, contributi, che, sommati, rappresentano uno sperpero plurimiliardario, per ridurre sensibilmente le tasse di tutti.

Ma è facile, con il denaro di tutti, fare regalie in bonus e detrazioni, mentre toglierle si viene rappresentati come affamatori, come risulta evidente dalla (giusta) scelta della Meloni di usare i soldi disponibili per una organica politica energetica e non per il palliativo momentaneo della riduzione delle accise sui soli carburanti.

Anch'io vorrei che la si smettesse di fornire armi e denaro ad un comico che, per fare soldi, prima di farsi eleggere presidente, si doveva presentare in televisione nudo, con i tacchi a spillo e suonando il pianoforte con il pene.

Ma il sostegno all'Ucraina è una conditio sine qua non per conservare la sponda americana, non potendo certo questa Italia, in cui una parte rema anche contro un Governo che vorrebbe rendersi indipendente, mettersi in conflitto con tutti.

Anch'io vorrei che tutti i dirigenti pubblici collusi con i precedenti governi cattocomunisti, da Monti a Draghi, venissero rimossi e sostituiti con persone che siano maggiormente disponibili a lavorare per il bene dell'Italia assieme ad un Governo di Destra.

Ma, purtroppo, abbiamo ancora un Mattarella, una magistratura, una corte costituzionale, una stampa, tutte allineate al vecchio regime e pronte a difenderne gli interessi e i privilegi.

La Meloni, quindi, nella sua calza del 6 gennaio 2023 ha trovato carbone e fiele e spetterà a lei riuscire ad addolcirli, anno dopo anno, raddrizzando la rotta della nave Italia, tenendo sempre a mente che l'unico obiettivo meritevole di qualunque  azione è l'Interesse Nazionale, il Benessere e la Sicurezza degli Italiani.

Se tale fine sarà presente in ogni provvedimento, allora la navigazione potrà sostenere tutte le tempeste e i sabotaggi che, siamone certi, verranno lanciati contro di noi da chi vede allontanarsi la diligenza che per anni hanno impunemente assalito e depredato.

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