Sull'ultimo numero di Panorama ho trovato un servizio sulla Svezia, dove è imminente, poche decine di anni, il sorpasso degli immigrati sulla popolazione autoctona.
La Svezia era un modello, un sogno, un punto di arrivo per tanti negli anni sessanta, settanta e ottanta.
Veniva portata ad esempio positivo di quel che poteva realizzare il socialismo.
Poi cominciarono i primi scricchiolii per l'enormità della vessazione fiscale necessaria a mantenere in piedi l'oneroso sistema "dalla culla alla tomba" e che fu sintetizzata dalla contestazione di una socialista pentita, molto famosa per essere stata la creatrice letteraria di un personaggio noto agli adolescenti di tutto il mondo: Pippi Calzelunghe.
Astrid Lindgren, ad un certo punto, infatti denunciò di dover pagare oltre il 100% del suo reddito per il distorsivo sistema fiscale svedese e "tirò la volata" al primo governo non socialista dopo oltre settanta anni, presieduto dal centrista Thorbjorn Falldin nel 1979.
Tale rottura provocò il rientro della Svezia in una, forse tardiva, normale alternanza tra socialisti e Centro Destra.
Nel frattempo, però, la Svezia si era impoverita e di tutto ciò ne abbiamo una fotografia nei romanzi degli scrittori scandinavi, cupi, con personaggi alle prese con problemi introspettivi, economici, di relazione e manifestamente incapaci di reagire, ma con una rassegnata acquiescenza alla decadenza personale e sociale, con un atteggiamento di normalità verso le devianze sessuali e la presenza costante e massiccia di immigrati.
Perchè ai problemi causati dalle politiche assistenzialiste dei socialisti, si sono negli ultimi anni aggiunti i problemi derivanti da una immigrazione selvaggia, favorita da un approccio politicamente corretto in ordine all'accoglienza da parte di tutti i governi svedesi e della popolazione.
La Svezia è diventata così la principale nazione che ha svenduto la sua Identità, le sue Tradizioni, la sua Storia, piegandosi alla vuote frasi degli immigrazionisti, davanti ai quali si sono genuflessi, estendendo agli ultimi arrivati, che rifiutano usi, costumi e leggi svedesi pretendendo di conservare i propri, tutti i benefici pagati dagli svedesi negli anni.
Abbiamo così una popolazione autoctona impoverita dai socialisti e priva di spina dorsale che non reagisce all'invasione voluta da una impostazione ideologica che porta all'estinzione di una nazione, a fronte di un sempre maggior numero di immigrati che impongono i loro costumi e che, una volta che avranno raggiunto la maggioranza numerica, distruggeranno l'intera nazione, depredandola senza fornire alcun contributo alla ricchezza nazionale e, in ultima analisi, trasformando gli autoctoni svedesi in schiavi nella loro stessa patria che dovranno lavorare per mantenere i nuovi padroni della loro terra.
Non so se il timido risveglio segnalato dal successo del partito dei Democratici Svedesi, considerato di estrema destra e che sostiene dall'esterno il nuovo governo formato da Moderati, Liberali e democratici cristiani, farà in tempo ad evitare la sottomissione degli svedesi ai nuovi arrivati, da loro stessi accolti, curati, nutriti e cresciuti.
Ma la Svezia può rappresentare un monito per tutti noi, per contrastare l'immigrazione selvaggia a cominciare da quella clandestina, bloccandone gli arrivi.
E' prima di tutto una rivoluzione mentale, culturale e civile che dobbiamo metabolizzare, passando dall'apatia politicamente corretta, ad un sostegno attivo per tutte le azioni che verranno messe in campo per rovesciare la tendenza che rischia di portarci in scia alla Svezia.
Senza aver paura di considerare l'uso della forza, perchè con le parole ed i trattati non si è mai fermato nessun invasore.
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