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23 gennaio 2023

Politica e magistratura

Normalmente condivido le dichiarazioni di Salvini, ieri però ne ho ascoltata una che mi ha disturbato.

Salvini chiede che finisca la contrapposizione tra politica e magistratura.

Mi è sembrata la dichiarazione di uno che è sotto tiro della magistratura, come in effetti è con l'ignobile processo di Palermo nel quale è imputato per aver cercato di difendere i Confini della Patria.

L'argomento, sotto traccia, è l'azione del Ministro Nordio e, in particolare, la revisione delle intercettazioni.

Personalmente sono contrario alle intercettazioni che sono l'equivalente dello spiare il prossimo dal buco della serratura o di ascoltare una conversazione altrui tendendo l'orecchio su una porta chiusa.

Ma il discorso è molto più ampio.

Al di là di tutte le menate sulle norme costituzionali, la divisione dei poteri eccetera, dal 1992, con la vicenda di Mario Chiesa, i magistrati si sono sistematicamente presi sempre più spazio, tenendo sotto scacco una politica incapace di difendersi e di reagire nella convinzione che l'azione della magistratura avrebbe portato acqua al proprio mulino.

Io vorrei invece una magistratura che tornasse nel suo alveo naturale, quello di dirimere le controversie tra privati e quello, applicando le leggi esistenti e non manipolandole e rivoltandole in base alla propria ideologia, di condannare chi si rende colpevole di reati contro la persona, il patrimonio, la proprietà.

Tutti il resto che svolge la magistratura oggi, i suoi sostenitori dicono "come supplenza della politica", non spetta ai magistrati, ma ai parlamentari.

Così per le unioni e adozioni degli omosessuali, il respingimento dei clandestini, l'eutanasia e via discorrendo.

La magistratura torni a fare la magistratura nell'interesse degli Italiani, come dovrebbero fare tutti i dipendenti pubblici quali i magistrati sono.

Se hanno voglio di far valere le loro idee politiche, allora si candidino o formino un partito e si presentino agli Elettori.

Lasciando, per sempre, la magistratura, perchè chi si schiera, non può più essere super partes.

Quindi ben venga una revisione di quella pratica che è l'intercettazione, per restituire spazio alle investigazioni e alle condanne basate su dati certi e non su teoremi.

Perchè ciò accada, però, la Politica deve riappropriarsi del suo ruolo, abbandonando ogni subalternità alla magistratura.

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