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No alla deriva

No alla deriva
Diciamo NO alla deriva

07 gennaio 2023

Chi vince pigli tutto

I cattocomunisti, che sono sempre pronti a portare ad esempio i paesi stranieri quando torna loro comodo come, ad esempio, con la deriva delle continue concessioni agli omosessuali o con il concetto di "woke", mutuato tale e quale dagli Stati Uniti, non solo non citano, ma anzi fanno le barricate contro un istituto secolare che ha garantito la democrazia negli Stati Uniti unitamente ad una efficiente amministrazione: lo spoil system.

L'ultima frontiera del pci/pds/ds/pd (a parte le masturbazioni mentali tutte loro sul voto online o le fotografie dell'ex parlamentare Morani) è infatti la pretesa che la Meloni non cambi i dirigenti pubblici, tutti di nomina, fiducia e osservanza cattocomunista.

In sostanza, secondo la sinistra, la Meloni dovrebbe governare avendo tutti i dirigenti che le remano contro.

Due soli, finora, sono stati gli interventi con la rimozione del commissario al terremoto Legnini (ex parlamentare cattocomunista) e del presidente dell'Aifa Magrini (espostosi nel tener corda a Speranza, Conte e Draghi durante la repressione delle libertà individuali in epoca covid).

Ha quindi buon gioco Maurizio Belpietro nell'editoriale odierno su La Verità, quando ricorda che dopo appena due mesi, Renzi, che non fu mai eletto, ma si sostituì semplicemente a Letta ugualmente frutto di un accordo di palazzo, cambiò dirigenti e funzionari di stato, inclusi i delicati ruoli di capo della Polizia e di capo del servizio informazioni.

E conclude, Belpietro, che si aspetta che la Meloni completi rapidamente i cambi, nessuno escluso, perchè, come riassume nel titolo del suo editoriale, se un appunto si può muovere alla Meloni sulle nomine è che ne ha fatte troppo poche.

Nel mio piccolo ricordo come, in un ambito in cui molto rilievo ha la percezione del pubblico, l'informazione sia ormai solo propaganda a senso unico e quindi la Meloni dovrebbe mettere le mani subito nella Rai.

Magari nominando proprio Belpietro direttore del Tg1, Mario Giordano direttore dei giornali radio, Francesco Borgonovo direttore del Tg2 e Alessandro Sallusti al tg3.

Marcello Veneziani potrebbe tornare a fare, con tutti i crismi, quello che già fece ad interim alcuni anni fa (2004 - 2006) quando sostituì, solo come facente funzione, la dimissionaria Annunziata da presidente della Rai.

I dipendenti rai sciopererebbero ?

Lasciateli scioperare e fate loro tutte le trattenute del caso, lo stato registrerebbe insperati risparmi, tali da poter abolire il canone.

Tanto il monoscopio al posto del telegiornale è sempre meglio della abituale propaganda di parte che ci viene propinata a reti unificate.

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