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No alla deriva

No alla deriva
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17 gennaio 2023

La malattia del sondaggismo

Nel 1994, quando Berlusconi scese in campo salvando l'Italia dalla deriva marxista della "gioiosa macchina da guerra" dei comunisti di Ochetto (forse già pds, ma tanto, pci, pds, ds o pd la sostanza non cambia: comunisti erano e comunisti restano, anche se trasformati in cattocomunisti) i Soloni del giornalismo italiano (gli stessi che continuano a voler impartire lezioni) sostennero che il Cav aveva vinto perchè aveva studiato a tavolino, tramite i sondaggi, la "pancia" degli Elettori.

Vero è che Berlusconi aveva studiato, con sondaggi e indagini, l'opinione degli Italiani ma, lungi dall'essere un elemento negativo come veniva presentato, era solo il segnale di un non politico che, avutone abbastanza dei politici autoreferenziali, cercava di trovare una strada per dare vera rappresentanza al Popolo Sovrano.

Nel tempo in molti hanno scoperto la miniera d'oro dei sondaggi, per lanciare un prodotto, un candidato, per dare forza ad una propria richiesta e si sono costituite numerose società di sondaggio, inflazionando il mercato ma, soprattutto, prestandosi, anche nelle formulazioni delle domande, ad andare incontro ai desiderata dei committenti.

L'affidabilità dei sondaggi è stata quindi compromessa, anche se, di fondo, sulle domande più semplici (tipo: quale partito voteresti se ci fossero le elezioni oggi) le percentuali di risposte sono quelle e solo gli algoritmi che le elaborano e i campioni di indagine, possono provocare piccoli (statisticamente) spostamenti.

Siamo arrivati ad una stagione dove, già la settimana dopo il voto, vengono sfornati sondaggi quotidiani, a volte anche più di uno al giorno perchè ogni trasmissione politica vuole il suo sondaggio, per dirci di ipotetici spostamenti dell'elettorato.

Da quando il Governo Meloni ha iniziato a mettere mano, dando un'impronta di Destra alla sua azione, i problemi lasciati dagli undici anni devastanti, da Monti a Draghi, passando per Letta, Renzi, Gentiloni e Conte2, gli istituti di sondaggi, con il fiato dei conduttori cattocomunisti, stanno cercando di far percepire un calo di consenso per la Meloni, veicolati da titoli dei quotidiani cattocomunisti che poi, a leggere l'esito del sondaggio, sono mere estremizzazioni e, il più delle volte, oniriche speranze dell'articolista obbligato a fare la sua marchetta ideologica.

Una percezione che, però, non riescono a far crescere tra l'elettorato, nonostante la campagna di falsità che è stata posta in atto, in ultimo, sulle accise, tema che tocca direttamente le tasche degli Italiani.

Ma se anche i sondaggi dovessero segnalare un calo di consensi per provvedimenti assunti, la Meloni e tutto il Centro Destra non dovrebbero deflettere dalla loro linea se è nel solco del programma per il quale sono stati votati.

Ovvio che le situazioni contingenti creano particolari tensioni ed è altrettanto ovvio che le resistenze, gli ostacoli, l'esistenza di una Unione del Male con la quale si è obbligati a convivere (anche il Regno Unito, che pure ne è felicemente uscito, è obbligato a tenerne conto) sono altrettanti ostacoli alla realizzazione del programma, ma quel che conta è avviare una inversione di rotta su temi quali i clandestini e le tasse, l'invadenza dello stato e la libertà di scelta degli Individui.

Lo tsunami di sondaggi che ogni giorno cala su di noi, hanno come scopo principale, non quello di aiutare il Governo per comprendere i bisogni e i desideri del Popolo, ma quello di indurre il Governo a cambiare rotta, inseguendo il consenso (presunto) e non la linearità di comportamento.

La Meloni non mi sembra propensa a cambiare la sua rotta per inseguire le volatili urgenze proiettate dai conduttori cattocomunisti e, quindi, fa bene a proseguire per la sua strada, con la prudenza che ha già dimostrato, ma la fermezza nel tendere agli obiettivi contenuti nel programma di Centro Destra.

E fa bene ad ascoltare tutti, come faceva Reagan, perchè da chiunque può arrivare una idea, una proposta, uno spunto utile, ma a trarre solo lei la sintesi e prendere la relativa decisione.

Non possono essere i sondaggi quotidiani, più o meno indirizzati, a dare le linea al Governo, anche se e quando sembreranno negativi per la Coalizione di Centro Destra.

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