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No alla deriva

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Diciamo NO alla deriva

20 gennaio 2023

Pubblico e privato

Chi mi conosce sa che sono un Reazionario sui Valori Etici e Morali e un Liberista in Economia, quindi un Uomo di Destra a tutto tondo, senza alcuna sbavatura o inquinamento socialisteggiante.

In sostanza credo che lo stato debba occuparsi solo di difesa dei confini, sicurezza interna e ordine pubblico, amministrazione della giustizia e rapporti con gli altri stati.

Tutto il resto deve essere lasciato ai privati o privatizzato, inclusi quei carrozzoni che sono la sanità e l'istruzione.

Purtroppo dobbiamo confrontarci con decenni di statalismo, che impongono, se anche si volesse privatizzare la sanità e l'istruzione, di accollarci una gradualità che impiegherebbe anni per liberarci da quei carrozzoni clientelari.

Ciò non toglie, però, che si debba lasciare allo straniero e senza controlli la vita economica e, soprattutto, quelle attività che possono impattare sulla Sicurezza Nazionale.

Non vedo quindi perchè si abbia così fretta di privatizzare, in perdita, Ita o il Monte dei Paschi.

Negli anni 80-90 fu Prodi che svendette il patrimonio pubblico senza ricavarne quello che era giusto e senza quindi rientrare, come stato, delle spese sostenute.

Ita e Monte dei Paschi ci sono costati miliardi quando la scelta migliore sarebbe stata di farli fallire, ponendo le premesse per la rinascita di nuove aziende, in regime di libera concorrenza tra loro.

Lo abbiamo visto con il virus cinese e lo vediamo ancora di più con la crisi energetica quanto possa essere importante avere sempre disponibile una società che possa essere funzionale agli interessi nazionali.

Credo che il settore del trasporto aereo e del credito non possano essere considerate eccezioni rispetto al settore energetico e delle telecomunicazioni e, pertanto, lo stato, cioè noi, che ha già pagato miliardi per "salvare" quelle aziende, dovrebbe pensare a conservare una presenza interamente o a sicura maggioranza italiana con diritto di veto sulla eventuale cessione delle quote di maggioranza a soggetti stranieri, ovviamente sulla base di una gestione economica, in utile e non clientelare.

Avere una linea aerea che garantisca i collegamenti interni ed eventualmente con le principali capitali estere, al pari di una linea ferroviaria, così come una stazione radiotelevisiva per fornire notizie e non propaganda o una società di gestione delle telecomunicazione per garantire le comunicazioni interne, come pure una società energetica preposta a produrre energia nazionale da immettere nelle nostre attività, non sarebbe una violazione dei principi dell'economia liberale, ma la rete di protezione degli interessi nazionali contro la speculazione e il dirigismo dell'Unione del Male.

E se agli gnomi di Bruxelles la cosa non dovesse garbare, potremmo sempre felicemente ritornare alla nostra piena Sovranità e Indipendenza, anche monetaria.

Ma cedere Ita e Mps senza rientrare di tutto quello che lo stato, cioè noi, ci abbiamo messo, almeno negli ultimi anni, sarebbe solo un'operazione in perdita, senza prospettiva.


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