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30 gennaio 2023

Governare è una maratona

 


A cento giorni dal suo insediamento, Giorgia Meloni ha prodotto un altro dei suoi "appunti", ottima iniziativa (purchè non se ne abusi) per fornire quelle informazioni che giornali, radio e televisioni, asserviti alle consorterie unioniste, finanziarie e affaristiche, negano, travisano, manipolano al fine di supportare i loro pregiudizi ideologici.

Se, ancora una volta, tutti i sedici minuti del video, sono da ascoltare, una frase mi piace commentare: governare non è una gara sui cento metri, ma una maratona.

La Meloni ha perfettamente ragione.

I danni inflitti dai cattocomunisti e, soprattutto, nel periodo che parte con la presidenza Monti e finisce con quella Draghi, passando per Letta, Renzi, Gentiloni e Conte2, sono tali che anche cento giorni di "luna di miele" non possono ripararli.

Probabilmente non ci si riuscirà neppure in una legislatura, forse solo con due legislature consecutive di Governo Meloni.

In ogni caso anche dopo soli cento giorni comincia ad alzarsi il velo sulla cifra di governo della Meloni e la visione complessiva mi piace, con esclusione netta della posizione sull'Ucraina, compresa quella apparente lentezza nell'affrontare il necessario riposizionamento delle figure apicali della pubblica amministrazione.

Gli accordi con Algeria e Libia, si vedranno nel tempo, come pure la politica di contrasto dell'immigrazione e, nel frattempo, è da registrare come le ong adesso siano in grado di spedire in mare solo un paio di imbarcazioni rispetto alla decina di una volta.

Ovvio che l'auspicio e la speranza sia quella di azzerare gli sbarchi e, in tal senso, non posso che apprezzare la decisione di inviare alla marina libica cinque nuove motovedette che serviranno a pattugliare le loro coste, stornando i tentativi di partenza dei clandestini.

Bene anche la cautela con la quale si affrontano i temi delle riforme, dal presidenzialismo all'autonomia differenziata fino a quella della giustizia, anche se personalmente vorrei che i pubblici ministeri dipendessero dal ministero della giustizia per intervenire più efficacemente contro la criminalità che turba i cittadini e non inseguendo indagini ideologiche.

Ancora una volta la sterzata rispetto al passato appare concreta, ma gli effetti, quelli veri, li potremo vedere solo tra alcuni anni, quando riforme e interventi saranno divenuti realtà consolidata.

Vorrei inoltre evidenziare come, oggi, non si parli più di ddl Zan, eutanasia, ulteriori cessioni di sovranità.

E anche lo "stare in Europa", anche favorito dalle difficoltà di Macron e dalla debolezza del governo tedesco di Scholz, vede l'Italia maggiormente pimpante e autonoma, punto di riferimento di stati meno popolosi, ma che rappresentano "l'altra Europa", quella dei Popoli e delle Nazioni e non della finanza e della banca centrale, anche in virtù di governi sganciati dal partito socialista e vicini o all'ala destra del partito popolare, o ai conservatori di cui la Meloni è presidente in Europa.

Se il buongiorno si vede dal mattino, stiamo intravvedendo una luce in fondo al tunnel in cui, da Monti a Draghi, avevano portato l'Italia e gli Italiani.

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