I due temi sui quali Giorgia Meloni si gioca il futuro suo, del suo partito e di tutto il Centro Destra (ma anche il nostro come Individui e come Nazione) sono i clandestini e le tasse.
Non l'Ucraina, anche se la maggior parte dei suoi elettori si dichiarano neutrali o a favore della Russia e il sostegno al comico di Kiev è conditio sine qua non per avere la sponda di Washington, anche se ci costa nella bolletta energetica (e non solo).
Non sulla transizione verde, le accise, il costo dell'energia, tutti temi che costano miliardi in mero assistenzialismo improduttivo e nel cambiamento di ciò che funziona per inseguire la favola del cambiamento climatico causato dall'Uomo, come se la Natura avesse bisogno di noi per difendersi.
Non sullo spoil system, legittimo e doveroso, da accelerare per impedire la diffusione della propaganda faziosa dei cattocomunisti che nulla ha a che spartire con una informazione che aiuti i cittadini a conoscere i problemi.
Non sul pnrr e i debiti contratti con l'Unione del Male e non con la dicotomia tra europeismo (buono) e unionismo (cattivo).
Non sui bonus, rottamazioni, agevolazioni, deduzioni, redditi assistenzialisti, che andrebbero immediatamente revocati con un tratto di penna per ridurre le tasse a tutti.
Certo, sono tutti argomenti che fanno esplodere i titoli dei giornali, come altri in tema sanitario, di ordine pubblico, culturale, istruzione etc., ma sono settori in cui l'evoluzione di una Società comporta continui aggiustamenti e non ci sarà mai un punto fermo.
No, i due temi che in questi cinque anni misureranno se la Meloni avrà veramente realizzato il programma di una Destra di governo, sono il contrasto ai clandestini (il cui arrivo massiccio è un vulnus per la nostra Nazione, devastandone l'Identità, la Coesione culturale, il Benessere economico e la Sicurezza personale e collettiva) e le tasse che rappresentano lo strumento maggiormente invasivo e di controllo di uno stato assoluto sui cittadini trasformati in sudditi.
Non sarà nè facile, nè indolore e neppure immediata la soluzione a quei due problemi.
E bene fa la Meloni a non farsi prendere dall'ansia di prestazione per bloccare i clandestini hic et nunc, ma passando attraverso una serie di tappe che, iniziate con una stretta sulle ong, continueranno con il tentativo di coinvolgere altri stati europei a trovare l'unica soluzione possibile che NON E' il ricollocamento sul territorio europeo già saturo, bensì il fermo di ogni partenza dai porti dell'Africa e dell'Asia verso l'Europa.
E se le altre nazioni europee saranno sorde e cieche, allora l'Italia dovrà fare da sola, scontando che ci saranno scontri anche di piazza con i traditori della Patria che sosterranno ong e clandestini, e fortissime tensioni, al limite della rottura dei rapporti diplomatici, con il Vaticano, con la Francia e la Germania, oltre, ovviamente, alle vittime che le forzature che cercheranno di fare le ong provocheranno tra i clandestini stessi.
L'altro tema è quello delle tasse, che vanno ridotte, tagliate in modo sensibile, per tutti, con una cura dimagrante rispetto agli interventi dello stato ed alla sua invasività che trasforma il fisco nello strumento più feroce per controllare una popolazione e trasformarci da cittadini in sudditi, grati per uno sconticino, per un bonus, per una deduzione, ma in realtà sempre più dipendenti dal Padrone burocratico.
Anche in questo caso non sarà facile, indolore, immediato, perchè le resistenze arriveranno da tutti coloro che si vedranno sottrarre quello che considerano dovuto (si pensi solo alla canea perchè, a scadenza, non è stata rinnovata la sospensione delle accise sui carburanti o perchè non è stata prorogata con i vecchi criteri l'opzione donna), senza capire che quella apparente perdita, in un quadro complessivo dove vengono abolite tutte le mancette che costano miliardi allo stato, permetteranno a ciascuno di noi di avere più soldi in tasca con la riduzione delle tasse e, dovendo spendere, farlo per ciò che interessa noi, che ci riguarda, che ci è utile e necessario.
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