In assenza di idee e di argomenti, giornali, radio e televisioni che supportano l'Unione del Male, il globalismo e tutto il globalismo woke, blm, politicamente corretto, sanno solo riempire l'aria di rumori (molesti e volgari), per impedire ai più deboli di mente di riuscire a ragionare.
Si rivolgono essenzialmente a quella metà (poco meno) di elettorato che li segue, non ragiona e crede ancora nell'editorialista, nel conduttore radiotelevisivo, nel politico dell'antifascismo e dell'antirazzismo.
Così ascolta, guarda e legge senza capire, assorbendo passivamente le parole d'ordine e la propaganda sabotatrice non tanto del Governo Meloni, quanto dell'Italia e di tutti noi Italiani.
Era prevedibile che, superato lo stordimento del voto e sotto la guida eterodiretta delle consorterie finanziarie a affaristiche che temono il risveglio dell'Italia e degli Italiani, mancando una opposizione con leader e programma, buttassero la palla in tribuna.
Fare casino su ogni provvedimento, manipolare l'informazione, fornire estenuanti requisitorie a senso unico e prive di qualsivoglia fondamento ideale e culturale, è quindi obbligato per giornali, radio e televisioni di sinistra.
Come è obbligato aggrapparsi a qualsiasi ribellismo che sia la nave ong che sfonda un blocco o un gruppo di gretini che invece i blocchi li formano sulle strade (ed è da elogiare la freddezza di tutti gli automobilisti che, ancora, non hanno reagito) o imbrattando monumenti e opere d'arte.
Passa così sotto tono la ragionata argomentazione, pienamente condivisbile, del Presidente del Consiglio che, tramite l'unico strumento ancora disponibile e libero, internet, ha ieri esposto con calma, per chi vuole ascoltare e, soprattutto, riesce a capire, le scelte politiche anche in tema di accise.
Il progetto resta sempre quello di stabilizzare il nostro debito pubblico, ridare forza alla produzione economica per poi poter procedere a ridurre l'invasività dello stato nelle nostre vite: leggi, ridurre le tasse.
La abolizione o riduzione PERMANENTE delle accise, resta un obiettivo, anche se, al momento, la Meloni ha rispettato la scadenza fissata da Draghi e della sua maggioranza degli "sconti" sulle accise al 31 dicembre 2022.
La Meloni ci espone (come mai ha fatto nessun suo predecessore) le ragioni per cui le disponibilità sono state utilizzate non per prorogare un provvedimento tampone e non strutturale, ma per intervenire in modo più continuativo su altri costi di interesse di famiglie ed aziende.
Un ascolto di sedici minuti che merita ogni attenzione, per elevarsi rispetto al fango in cui sguazzano giornali, radio, televisioni cattocomuniste ed i loro seguaci.
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