Il Governo ha deciso di stoppare la cessione dei futuri crediti di imposta derivanti dai vari bonus distribuiti negli anni, in particolare il bonus 110% .
I debiti che sono stati contratti da Monti a Draghi, passando per Letta, Renzi, Gentiloni e Conte2, adesso reclamano il pagamento al Governo presieduto da Giorgia Meloni.
Le regalie clientelari ed elettorali, dal reddito di cittadinanza al superbonus, dalle rottamazioni al bonus giovani, hanno appesantito il bilancio e i prestiti sottoscritti da Draghi con l'Unione del Male, rappresentano ulteriori cappi stretti al collo degli Italiani.
Ciononostante i cattocomunisti, i grillini e la trimurti sindacale continua a chiedere aumenti, agevolazioni, detrazioni, incurante dello stato comatoso delle finanze italiane che si stanno anche sobbarcando i costi dei clandestini e i finanziamenti al comico di Kiev.
Non so come e cosa pensino di fare la Meloni e il suo Governo, scontando anche l'ostilità dell'Unione del Male.
Personalmente credo che l'unica soluzione sia l'uscita dall'unione e dall'euro e una forte stretta sulle spese pubbliche, con contestuale abolizione di tutti i bonus, agevolazioni, rottamazioni, detrazioni e taglio possente delle tasse.
In questo modo ognuno di noi avrebbe in tasca molti più soldi, a costo zero per le aziende, con i quali poter acquistare quei beni e servizi di cui ha bisogno, senza gravare sulla finanza pubblica.
Ma un governo, anche se di Centro Destra, democratico è troppo vulnerabile alle cannonate della finanza (che ha interesse a mantenere l'Italia in stato di sudditanza), della stampa amica della sinistra e di una opposizione pronta a vendersi allo straniero nella peggior tradizione italica.
Rimediare ai danni dei "migliori" non sarà semplice nè indolore e forse non sarebbe sbagliato pensare ad una azione di responsabilità nei confronti dei presidenti del consiglio che hanno portato, in undici anni, il debito pubblico dai 1800 miliardi consegnati da Berlusconi a Monti ai 2800 rifilati da Draghi alla Meloni.
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