Non so quando inizierà il festival di Sanremo che, da decenni, non guardo perchè mi è più che sufficiente esserne informato dai quotidiani e dai radio telegiornali, mentre le canzoni (sempre peggio, soprattutto adesso che c'è la moda della lagna tipo muezzin) le ascolterò inevitabilmente su Radio Italia solo musica italiana.
So, però, che ancora una volta quello che dovrebbe essere unicamente un festival di canzonette, si trasformerà in un megafono per "modelli" (absit iniuria verbis) di vita che vanno bene solo nelle sit com e nel patinato e irreale mondo dello spettacolo.
In tal modo anche il festival di Sanremo si aggiunge a tutta una serie di trasmissioni radio televisive, della Rai, perchè quelle delle radio e televisioni private sono responsabilità dell'Editore privato ed a sue spese, con la punta di diamante dei radio e telegiornali, che fanno propaganda a senso unico, a favore cioè dei cattocomunisti che hanno occupato la Rai e usano i nostri soldi per veicolare le loro opinioni.
Capisco e condivido la lenta marcia della Meloni (governare non è una gara sui cento metri ma una maratona), però la Rai non può più essere lasciata nelle mani di chi rema contro il governo.
E' necessario un repulisti generale ed una sostituzione sistematica nei ruoli di comando e di conduzione dei programmi.
A meno che non si voglia percorrere quella che, per me, resta la strada maestra: privatizzare la Rai, abolendo il canone e vendendo tutto, anche a spezzatino, guadagnando fior di miliardi che potranno servire a ridurre il debito pubblico (e non a sperperarli in altre iniziative assistenzialiste).
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