La questione, anche se non ottiene la rilevanza che dovrebbe avere, forse per una sorta di autocensura di molti giornali cattocomunisti che non la trovano utile alla loro narrazione, è di una gravità che supera qualsiasi altra, dalle manganellate agli studenti (il più delle volte "atto dovuto") alle tiritere woke lgbt e sul quel cattivone di Putin.
Le banche dati ci sono sempre state e si sono affinate con l'avvento di internet dal quale nessuno di noi può prescindere.
Anni fa feci una ricerca per una di quelle cantinette per conservare il vino in casa e per mesi continuai a ricevere pubblicità su ogni tipo di cantinette estesa poi a case di produzione di vino e spumanti.
Finiamo inevitabilmente al centro del mirino di call center e aziende alla ricerca di clienti, per quanto si possa prendere ogni precauzione come quella di digitare su "rifiuto" per l'accettazione dei "cookies" e quindi "solo strettamente necessari" o ci si iscriva, rinnovando l'iscrizione ogni mese, al registro delle opposizioni: qualcuno riesce sempre ad infilare la sua proposta usando vecchi elenchi.
A maggior ragione quando è imprescindibile l'utilizzo e l'archiviazione di atti, investimenti, notizie e verbalizzazioni pubbliche.
E' tutto disponibile, la nostra storia e la nostra vita in un click.
Ed è anche utile, perchè possiamo recuperare documenti necessari per far valere un nostro diritto o per difenderci da una aggressione finanziaria o giudiziale.
Ma se chi non ha scheletri nell'armadio vede le banche dati come uno strumento utile, ha anche la legittima pretesa che i dati ivi contenuti non siano estrapolabili da chiunque o da impiegati infedeli che, per un pugno di dollari, siano disposti a spiattellare la vita privata altrui a spioni prezzolati che cercano il pretesto per danneggiare chi appartiene ad uno schieramento opposto.
Per questo quello che sta emergendo è gravissimo ed è figlio dello spiare dal buco della serratura le attività personali di Silvio Berlusconi, disgustoso sport che è stato in voga per venti anni, e che fornisce le basi per questo nuovo capitolo di infamia.
Non so se quello che è uscito sui giornali sia solo la punta di un iceberg o se, come spero, sia tutto lì (e sarebbe già sin troppo!), ma mi auguro che la Politica non si faccia nuovamente mettere i piedi in testa e reagisca con prontezza ad ogni tentativo di condizionare e ribaltare il voto popolare attraverso ricatti e dossier, vietando, con un provvedimento legislativo che non consenta alcuna interpretazione di sorta, lo spionaggio e la diffusione di notizie carpite od ottenute al di fuori dei canali ufficiali e legittimi e proibendo l'uso delle intercettazioni delle altrui comunicazioni, scritte e verbali.
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