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22 marzo 2024

Il dilemma dell'Elettore del Centro Destra - 3

Questa terza parte è, in teoria, l'ultima di una disamina sul problema che si trova davanti l'Elettore del Centro Destra in occasione delle prossime elezioni europee del 9 giugno (con inizio del voto al pomeriggio di sabato 8).

E' un dilemma che coinvolge quasi tutti coloro che votano per il Centro Destra perchè, come abbiamo visto dagli spostamenti di voti, il nostro elettorato è omogeneo per area, con solo residuali consensi identitari per i tre partiti della Coalizione.

E' teoricamente l'ultima parte perchè, ad 80 giorni dal voto, c'è la possibilità che un qualche fatto esterno venga a modificare la scelta che ognuno di noi sta maturando.

A cominciare dalla candidatura del Generale Roberto Vannacci in un partito della Coalizione o in un suo proprio movimento.

Ho già avuto modo di scrivere che il Generale Vannaci deve essere, a mio avviso, una preziosa risorsa per il Centro Destra, da non bruciare sull'altare e nella identificazione con un solo partito, ma da valorizzare in campo nazionale, candidandolo, come espressione dell'intera Coalizione, al primo collegio uninominale che si renda libero, magari per il passaggio in europa di un attuale parlamentare nazionale.

Ciò non toglie che il Generale possa valutare, anche per la sua esperienza, più gratificante e incisivo un suo ruolo nel parlamento europeo, soprattutto se il Centro Destra dovesse diventare la Coalizione vincente che esprimerà la nuova commissione.

Allora è gioco forza una candidatura di partito non essendo previsti collegi uninominali dove i candidati sono espressione della Coalizione.

Confesso che se Vannacci dovesse essere candidato con la Lega, avrebbe con ogni probabilità il mio voto.

Naturalmente il mio sarebbe un voto anche di condivisione delle ultime battaglie leghiste, come l'abolizione del limite dei due mandati per gli amministratori locali e l'abolizione del ballottaggio per i sindaci.

Ma anche per la posizione cauta che la Lega esprime nei confronti delle smanie guerrafondaie contro la Russia e della piena solidarietà ad Israele nella sua battaglia contro i terroristi palestinesi.

Ma la Lega non sarebbe solo Vannacci, come (purtroppo) non è solo Salvini o il senatore Claudio Borghi Aquilini.

Purtroppo la Lega è anche Fedriga e Zaia, in prima fila per la repressione in epoca covid e ora schierati per il fine vita.

Purtroppo la Lega è anche quella del governo Draghi con i cattocomunisti e della rielezione di Mattarella.

Scelte che la Lega ha pagato salato in termini di consenso elettorale, ma chi mi dice che un cambio di segreteria non ci riporti a quella Lega ?

Quindi il dubbio è se votare Lega, a prescindere dal Generale Vannacci, per rafforzare la segreteria Salvini e la sua alleanza in Identità e Democrazia con i partiti della Destra europea, un dubbio che con la candidatura nelle liste del Generale sarebbe quasi completamente rimosso.

Davanti ai dubbi sul votare Lega io ho la certezza rappresentata da Fratelli d'Italia.

La Meloni è riuscita a proporsi al meglio nel panorama internazionale, senza rinunciare alla sua caratterizzazione interna come dimostra anche l'ultimo dibattito alla camera dove ha brillantemente perculato i parlamentari cattocomunisti ("ragà, vi vedo nervosi") facendoli schiumare e fatto sprofondare nel ridicolo Bonelli che aveva parlato dei suoi occhi inquietanti.

Certo il passaggio dalle teorie dell'opposizione alla realtà di governo ha fatto perdere per strada alcune delle caratteristiche più identitarie, come il blocco navale sostituito da un percorso più lungo e faticoso fatto di accordi bilaterali, o come una politica estera più equidistante tra Russia e Ucraina, sacrificata sull'altare del consenso internazionale per prevenire ogni tentativo di colpo di stato, modello 2011 contro Berlusconi.

Ciò non toglie che, contro le follie belliciste di Macron, l'unica voce europea che si sia levata per fermarle sia stata quella della Meloni.

E finchè ci si limita a liberare i nostri magazzini di armi vecchie e persino di finanziare Zelensky, la politica realista può essere accettabile.

Fratelli d'Italia resta quindi un approdo sicuro per il voto europeo, sia per le caratteristiche del partito che per la coerenza dimostrata in undici anni di vita.

Come è evidente non ho preso in considerazione Forza Italia, nonostante la considerazione per l'abilità di Tajani di galleggiare anche dopo la morte del Cav e la mia stima verso Gasparri e la Bernini, perchè è, per definizione, un partito moderato.

E' parte del PPE che si è inquinato e corrotto nella decennale alleanza con i socialisti e quindi non mi potrebbe rappresentare.

Come non possono rappresentarmi i soliti partiti monotematici, uno addirittura composto da comunisti non pentiti come Rizzo e da singoli elementi provenienti dalla Destra, il cui fallimento alle politiche del 2022 ha solo impedito al centro Destra di racccogliere i due terzi dei parlamentari, necessari a far passare le riforme costituzionali senza la spada di Damocle del referendum confermativo.

Questo al 22 marzo.

Da oggi al 9 giugno, però, possono ancora verificarsi fatti tali da modificare un giudizio che, comunque, non andrà oltre l'alternativa tra Fratelli d'Italia e Lega (Forza Italia per gli elettori più moderati) e l'eventuale (ma ritengo improbabile) partito personale del Generale Vannacci.

(Fine, forse ...)

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