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No alla deriva

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01 marzo 2024

Le opinioni non siano imbavagliate dalle querele

Prendo spunto da una vicenda di cui scrivono oggi i quotidiani e che vede per protagoniste due persone che sono quanto di più lontano possano essere dalle mie idee: la senatrice Segre e la diplomatica Elena Basile.

La prima ha querelato la seconda che aveva affermato, se ho capito bene, che la senatrice si preoccupava solo dei bambini ebrei.

Francamente, per quanto sia distinto e distante dalle idee professate dalla signora Basile, non mi sembra che una simile affermazione possa essere diffamatoria.

Come non lo è quella contenuta nel saggio "Il mondo al contrario" del Generale Roberto Vannacci sui tratti somatici della pallavolista Egonu.

Probabilmente ambedue le querele, come una miriade di azioni similari, verranno ritirate previo un accordo che preveda una sorta di "compensazione", più o meno simbolica, facendo tutto finire a tarallucci e vino.

Intasando però i tribunali che dovrebbero preoccuparsi di altro, di perseguire ladri, rapinatori, assassini e non di intavolare teoremi politici schierandosi da una parte o dall'altra.

Una volta le querele erano centellinate, anche perchè chi le presentava temerariamente, rischiava di essere a sua volta denunciato per calunnia, cosa che comportava, se accertata, una condanna ben maggiore.

Nei tribunali c'era una sorta di immunità tacita tra avvocati per le affermazioni che venivano espresse nell'esercizio delle proprie funzioni e altrettanto accadeva in politica, in una situazione, peraltro, dove l'assenza dei social, consentiva di stemperare meglio i focosi discorsi parlamentari (ad esempio quelli di Pajetta ...).

Pensiamo solo a quante querele avrebbe dovuto presentare Giulio Andreotti, definito ripetutamente con epiteti coloriti da Belzebù al Gobbo di Montecitorio, che o lo avrebbero reso l'uomo più ricco del mondo, peraltro privandolo di quel tempo dedicato alla politica e alla scrittura.

Ma Andreotti fu un uomo di spirito, che non rinunciava lui stesso alle battute e che ha dimostrato la sua superiorità intellettuale rispondendo nei fatti e argomentando le sue opinioni.

Oggi l'asticella dello scontro si è alzata e di molto, la quotidiana presenza sui social con la necessità di esprimere una opinione su tutto e tutti, raccogliendo adesioni, impone di usare termini, esempi e figure retoriche sempre più pesanti e aggressivi.

Il più delle volte è chi non ha argomenti per ribattere che si avvolge nella toga della persona offesa e presenta querela, cercando da un lato di dare l'impressione che, una volta presentata, il discorso sia chiuso con la sconfitta del querelato, dall'altra di frenare la libera espressione di una opinione per il solo fatto che "mi sento offeso" da quello che viene espresso.

Un bavaglio, insomma, che spesso funziona meglio di ogni intervento autoritario, perchè non tutti hanno voglia di imbarcarsi in ore perse tra avvocati, udienze, rinvii, trattative.

Ed è comunque sbagliato rimettere anche questo potere nelle mani dei magistrati che, come abbiamo avuto modo di constatare, sono uomini come tutti gli altri e come tutti gli altri hanno le loro idee e le loro simpatie, soprattutto quando le querele coinvolgono opinioni e pensieri "forti" che caratterizzano una persona o una parte politica.

L'espressione di una opinione, per quanto forte, aggressiva, caratterizzata, non deve mai essere considerata motivo di querela, nè una opinione, per quanto contraria al pensiero dominante, deve mai essere sanzionata.

Al contrario invece delle azioni violente, quelle sì che devono essere sanzionate, condannate e represse.

Ma le opinioni no, ognuno possa esprimere liberamente quello che pensa e chi si dovesse sentire oggetto delle sue parole, sia libero di replicare argomentando il perchè le respinge o semplicemente non le condivide.

Se ha gli argomenti e l'intelligenza per farlo.

1 commento:

Nessie ha detto...

Purtroppo la commissione Segre è una sorta di longa manus della già criticatissima Legge Mancino, da molti considerata un obbrobrio giuridico.