L'occasione era la celebrazione di un qualche anniversario delle coop rosse che qui in Emilia sono parte del sistema di potere (quello, per intenderci, che si è fatto trovare con le braghe calate dalle esondazioni degli ultimi anni, inclusa quella di una settimana fa).
Tale occasione si è sposata con una situazione critica per le forti piogge di sabato 19 che hanno causato l'esondazione di molti dei corsi d'acqua di cui Bologna è ricca, mettendo a nudo l'incompetenza e il lassismo delle amministrazioni che si sono succedute in regione e in comune.
Quando poi piove sul bagnato, Mattarella è arrivato anche dopo un incidente in una fabbrica bolognese, che ha causato due morti.
L'occasione quindi è stata colta per una profusione a piena mani di ogni genere di retorica, da quella ecoambientalista a quella sulla sicurezza del lavoro, con la ciliegina sulla torta, ricordo che era ad un convegno delle coop rosse, di una riaffermazione antifascista.
Credo sia solo mancata la cantatina di bella ciao, propiziatoria, magari da portare in processione, per fermare le acque come una volta andavano in processione per fermare le epidemie.
La liturgia antifascista è stata celebrata sulla costituzione del 1948 che, secondo tale interpretazione, sarebbe una costituzione antifascista e nata dalla resistenza.
Io ho sempre creduto che fosse una costituzione imposta dalle potenze vincitrici che occupavano l'Italia, ma una revisione della Storia non la si nega a nessuno: i francesi si accontentano di un fumetto, in Italia i cattocomunisti si sono impadroniti della esegesi di una costituzione.
L'intervento di Mattarella era stato anticipato da un piagnisteo del sindaco Lepore, apparso alquanto frastornato e incapace di fornire una qualsivoglia indicazione su cosa intenda fare e come intenda agire per porre fine alle alluvioni in città, che, da bravo orecchiante di cose che non conosce, ha invocato un "fronte repubblicano" per far fronte all'emergenze.
Forse qualcuno dovrebbe ricordare al sindaco che quella espressione è tipicamente francese e non ha nulla a che spartire con noi Italiani.
In Francia invocano il "fronte repubblicano" per escludere dal governo il Rassemblement National di Marine Le Pen, maggioritario alle elezioni, partito alleato della Lega di Salvini e in ottimi rapporti con Fratelli d'Italia della Meloni che, a sua volta, è nipote (politico) di quell'Almirante contro il quale i cattocomunisti eressero il muro dell'infame "arco costituzionale".
L'invocazione del sindaco Lepore è quindi del tutto fuori luogo perchè non solo escluderebbe chi, come me, dopo la sequela di presidenti da Pertini a Mattarella (con esclusione di Cossiga) si è riscoperto monarchico e quindi non può certo far parte del "fronte repubblicano", ma anche quanti negli anni sono stati oggetto di discriminazione con il cosiddetto "arco costituzionale".
Se Lepore e Mattarella vogliono veramente una unità di intenti, devono accantonare le discriminazioni politiche, abbandonare la stantia liturgia antifascista e rimboccarsi le maniche sulle questioni concrete, dalla pulizia dei corsi d'acqua, alla tenuta delle strade urbane ed extraurbane, ai boschi.
E smetterla di perdere tempo con tutte le facili iniziative dall'estate "culturale", alla cittadinanza "dal primo giorno", alle cause di stranieri che saranno onorevolissime, ma che devono combattere a casa loro senza coinvolgere anche noi che di problemi ne abbiamo già abbastanza senza doverci accollare anche quelli altrui.
1 commento:
"La liturgia antifascista è stata celebrata sulla costituzione del 1948 che, secondo tale interpretazione, sarebbe una costituzione antifascista e nata dalla resistenza."
Ricordo che durante il periodo della pandefarsa "la più bella del mondo" (ovvero la costituzione) è stata buttata nel WC togliendo il lavoro e sospendendo attività. Lo stesso Mattarella nei suoi discorsi ebbe a dichiarare di non osare invocare la libertà personale a chi non si fosse vaccinato, poiché metteva a repentaglio la salute e l'immunità altrui.
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