Ciò che è bene per la sinistra è male per l’Italia. Ciò che è male per la sinistra è bene per l’Italia.

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No alla deriva

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24 giugno 2006

SI' all'Italia

La Riforma Costituzionale per la quale domani e lunedì saremo chiamati ad esprimere il nostro SI’, contiene principi condivisibili.
Non sono io a dirlo, ma quel Prodi che si fregia del titolo di presidente del consiglio grazie ad una maggioranza solo parlamentare, ma non popolare, divenuta peraltro tale per (colpo di) mano dei verbali degli scrutini elettorali pieni di ombre e sospetti anche per i voti delle circoscrizioni estere.
Quello stesso Prodi che cerca di irretire i soliti itaglioni, promettendo che dopo la bocciatura del SI’ da lui auspicata, ridurrà il numero dei parlamentari in misura ancor più sensibile dei 177 che la Riforma Costituzionale del SI’ ha già attuato.
Ma quale credibilità può avere un tizio che ha già fatto il record nel numero dei ministri, viceministri e sottosegretari, fino ad un esilarante 103 ?
Come può questo stesso tizio pensare di farci credere che, una volta respinta la certezza di ridurre i parlamentari di 177 unità, lui li ridurrebbe di oltre 300 unità ?
Il governo finirebbe ad avere più membri del parlamento stesso !
Se, poi, i principi sono condivisibili, perché opporvisi ?
La carta costituzionale di un paese deve esprimere un sentimento che sia condiviso e sia adeguato alle aspettative e alle esigenze di un intero popolo, non di una sola parte di esso.
Una funzione che la carta del 1948 ha esaurito in poco tempo, essendo un documento redatto sull’onda emotiva e sotto l’influsso particolare di una guerra persa che aveva diviso l’Italia e la carta ne era la più evidente riprova.
La nuova Carta Costituzionale, come verrà formulata dal SI’ degli Italiani, sarà invece la certificazione del superamento della guerra civile del 1943-1945 e anche del clientelismo di stato, dando responsabilità alle amministrazioni locali e limitando il ruolo del governo centrale ai grandi temi di politica finanziaria, estera e della difesa.
La chiarezza delle competenze delineate per stato e regioni,
la precisione delle procedure necessarie per sciogliere eventuali conflitti,
i poteri assegnati al Primo Ministro,
la riduzione dei parlamentari (già legge, basta un SI’, non una promessa da prodinotti !),
la fine del bicameralismo perfetto
,
ecco le ragioni di un SI’ all’Italia che ogni vero Italiano può dire non solo quando gioca la Nazionale di calcio, ma il 25 e 26 giugno nelle urne del referendum confermativo di una legge costituzionale che c’è già, che è già pronta.
L’Italia merita un posto in prima fila nella gestione globale del mondo.
Lo meritiamo per la nostra Storia, la nostra Cultura, la nostra Civiltà, la nostra capacità di dare all’Umanità dei capolavori nell’arte, nella letteratura, nella scienza.
L’Italia lo merita per l’importanza che riveste nel progresso civile dell’Umanità.
Ma per “stare dentro” e non essere messi ai margini, dobbiamo avere istituzioni adeguate alle nostre aspirazioni.
Una carta vecchia e dividente come quella del 1948 non è più adatta allo scopo.
La Riforma Costituzionale fornisce quegli strumenti, quelle guide innovative per far tenere all’Italia il passo con le altre grandi nazioni del pianeta.
Una Carta che, con la Riforma, diventa unificante, perché favorisce lo sviluppo delle peculiarità locali che arricchiscono la nostra comunità.
Responsabilizza governanti e governati perché tutti tirino, ognuno per le proprie capacità e con la consapevolezza di non essere abbandonato in caso di difficoltà, dalla stessa parte per il bene della Patria e di ciascuno dei suoi singoli cittadini.
Il SI’ di domani e di lunedì, è un SI’ all’Italia.


Precedenti post sulla Riforma del SI’


1) La dolce terra dove il SI' suona 2/6/2006
2)
SI' per ridurre gli sprechi della politica 9/6/2006
7) SI' al futuro 23/06/2006

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1 commento:

marshall ha detto...

monsoreau,
dai un'occhiata al mio ultimo post, prima che scriva la parte finale. Grazie.