Continua la canea cattocomunista (e non solo: purtroppo anche la Meloni e Crosetto si sono uniti al coro) per il ventilato viaggio di Salvini a Mosca.
Secondo la servile narrazione unica, dovremmo tutti, come soldatini, stare allineati e coperti dietro le parole d'ordine che escono dalla bocca di Draghi e Mattarella, le loro intemerate contro la Russia, le arroganti e presuntuose "informative" di Draghi che crede di essere simpatico sfruculiando (rigorosamente e vilmente senza contraddittorio) Putin che "non deve vincere" (e riesce persino a farmi sperare che vinca).
Invece non è così.
Milioni di Italiani, non posso sapere se maggioranza o consistente minoranza, non la pensano come Draghi e Mattarella, Letta, Di Maio e Guerini, perchè non vogliono inviare armi al comico con i tacchi a spillo di Kiev, preoccupati come siamo per le conseguenze che si riverberano su di noi: aumento delle bollette, aumento di TUTTI i prezzi delle materie prime e dei prodotti essenziali alimentari e non, inflazione, fino ad arrivare alla possibilità di una guerra diretta e non per interposta persona.
Il tutto senza alcun interesse nazionale in gioco nella vicenda ucraina.
Non solo non siamo d'accordo, ma non ci sentiamo rappresentati da Draghi e poichè Draghi stesso ha avuto la strafottenza di dichiarare che lui risponde a Mattarella e non al Popolo, perchè lui è stato nominato e non eletto, allora noi abbiamo tuto il diritto di marcare la differenza dalla sua posizione di totale sudditanza a Washington.
Salvini, con le sue cene o pranzi con l'Ambasciatore russo in Italia e con il ventilato viaggio a Mosca, darebbe rappresentanza a tutti noi che non condividiamo Draghi e Mattarella, darebbe rappresentanza ad una consistente parte del Popolo Italiano ed è questo che fa paura ai Draghi, ai Mattarella, ai Letta: che sia concessa voce al Popolo e non solo agli interessi delle consorterie finanziarie e affaristiche della Spectre globalista.
A Salvini, in questo caso, posso solo imputare di non aver tratto il dado come fece Cesare sul Rubicone e stia ancora pensando se andare o non andare a Mosca: che vada, tanto ormai è già stato ricoperto di insulti e più di così non è possibile.
Se Salvini non partisse, farebbe l'ennesimo autogoal, perchè apparirebbe come uno debole, che ha cambiato la sua decisione dopo gli insulti ricevuti, scontentando quelli che auspicano di essere rappresentati a Mosca e non dalle parole di Draghi e Mattarella, senza acquisire alcun consenso da quelli che oggi gli tirano le pietre e, ascoltandoli e restando a casa, lo insulterebbero ancora di più come fanno tutti quelli usi a maramaldeggiare se vedono che qualcuno non si difende e preferisce scappare.
1 commento:
Salvini commette uno sbaglio dietro l'altro: parla troppo! e conseguentemente a ciò, fa poco. Con tutti i contatti che ha la Lega con le associazioni russe (vedi l'associazione culturale Lombardia-Russia del giornalista leghista Max Ferrari), poteva fare un coraggioso "beau geste" d'annunziano in stile Fiume o volo su Vienna: farsi un viaggetto da quelle parti e poi magari, rilasciare dichiarazioni SOLO a cose fatte. Invece si rivela il solito quaquaraquà, destinato a fare il can da botte di tutti questi maramaldi.
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