Una politica estera da protagonisti che sta consentendo all'Italia di sopperire in Africa alla disastrosa presenza francesa e all'assenza americana, una politica economica che cerca l'equilibrio di bilancio senza impoverire i cittadini, pur avendo ereditato un debito che ammazzerebbe qualunque speranza, una politica immigratoria, vero tallone d'Achille, sulla quale, invece di usare il manganello, si è preferita la strada lunga, lunghissima degli accordi separati con gli stati africani che si affacciano sul Mediterraneo.
Le ciliegine sulla torta e non è aspetto secondario, sono due: il premierato e l'autonomia differenziata.
Certo anch'io preferirei il presidenzialismo e una autonomia completa in cui ognuno riceva per quello che paga.
Ma il meglio è, come sempre, nemico del bene e considerando gli starnazzamenti dei cattocomunisti contro quelle due, fondamentali, ottime, riforme, possiamo anche accontentarci di questo primo passo.
Un primo passo che renderebbe l'Italia una nazione più forte, più coesa, più stabile.
Cioè una Italia migliore di quella che abbiamo avuto finora, dove era sufficiente costituire un gruppo parlamentare con deputati e senatori rappattumati dopo che erano stati eletti con altre liste, per far cadere un governo e installarne un altro che non aveva alcuna fiducia popolare nè investitura elettorale.
Ed è la ragione per cui i cattocomunisti vi si oppongono: con il premierato dovranno vincerle le elezioni e non confidare nelle congiure di palazzo.
Sono curioso di vedere come andrà il referendum confermativo.
Fusse che fusse la volta buona che una vera riforma possa essere realizzata per il Bene di tutti noi e non bocciata a tutela dell'interesse di un pugno di notabili ?
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