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Si devono intraprendere le guerre per la sola ragione di vivere senza disturbi in pace (Cicerone)

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01 aprile 2024

Le armi per la pace

In occasione dei riti pasquali, Bergoglio non ha mancato di invocare la pace.

Per il ruolo che, bene o male, ricopre, non può fare altro, anzi non dovrebbe fare altro che invocare la pace, richiamando gli uomini del potere temporale a ricercare un modus vivendi che garantisca il Benessere di tutte le popolazioni.

Lì si sarebbe dovuto fermare.

Invece, come è suo costume, ha voluto strafare, indicando anche una strada impossibile da percorrere, la rinuncia alle armi, smentita da millenni di Storia e dalla perfetta sintesi di un funzionario della Roma Imperiale che ha superato i millenni: si vis pacem, para bellum.

E' il concetto che ha utilizzato il nostro Presidente del Consiglio a margine del vertice dell'unione europea quando ha decisamente smentito ogni preparativo di intervento attivo, con truppe di terra, nel conflitto tra Russia e Ucraina.

La Meloni infatti, nel respingere senza opacità le follie guerrafondaie di Macron, ha anche ribadito l'importanza della deterrenza, che dissuada altri dal provare una aggressione.

La deterrenza non è altro che il para bellum dei Romani, con la finalità della pace.

Chi spinge per fare la guerra alla Russia afferma che Putin, se vincesse in Ucraina, poi attaccherebbe le altre nazioni europee.

Una assurdità.

Putin non riesce a piegare l'Ucraina, figuriamoci se ha la forza per invadere le altre nazioni e arrivare in Italia !

Ben diversa, più sensata e concreta la posizione del Governo Italiano che non si sfila dall'Alleanza Atlantica, ma si limita a sostenere economicamente e attraverso rifornimenti militari l'Ucraina, con l'obiettivo di indurre Putin (in realtà ambedue le parti) a rinunciare a vincere, per trattare un armistizio e poi un accordo di pace.

A questo serve la deterrenza, a questo serve continuare a produrre armi e avere un esercito in grado di intervenire e combattere in caso di necessità.

Senza un esercito, una nazione è inerme e destinata ad essere sottomessa.

Lampante l'esempio di Israele che, pur con una inferiorità numerica macroscopica e circondato da nazioni ostili, tutte islamiche, grazie al proprio esercito riesce a restare libero e indipendente.

Se Israele rinunciasse alle armi, l'olocausto della seconda guerra mondiale, verrebbe surclassato da un vero genocidio come il crimine dei terroristi palestinesi del 7 ottobre 2023 ha ampiamente anticipato.

Bene fa dunque il Presidente del Consiglio ad anteporre la deterrenza sia ad ogni fuga in avanti dal sapore bellicista, che al bolso pacifismo, pavido e sottomesso.

E bene fa il Governo Italiano a ripensare ad un servizio militare, per costituire almeno il nucleo di un consistente numero di riservisti che, come abbiamo visto in Ucraina, si rendono necessari in caso di tensioni.

Una riflessione che non può prescindere anche dal pericolo rappresentato dalla presenza in Italia di un forte numero di stranieri immigrati, facendo quindi escludere la ipotesi suicida di una "legione straniera" che significherebbe armare e addestrare questi stranieri, con il rischio di consegnare loro gli strumenti e le conoscenze per poterci sottomettere in casa nostra, dall'interno.

Come accadde nella fase terminale dell'Impero Romano, quando i Romani, perdendo ogni loro Virtù, si rammollirono al punto da delegare agli stranieri, ai barbari, la difesa dei loro confini, delle loro proprietà, delle loro stesse vite.

Con il risultato finale della dissoluzione dell'Impero e della fine della Civiltà.

Un esercito nazionale, articolato su base regionale e composto da Italiani per nazionalità.

La miglior deterrenza possibile contro nemici provenienti dall'esterno anche se magari già insediati al nostro interno.

L'arma migliore e unica per garantirci Pace, Sicurezza e Benessere.



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