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07 aprile 2024

Piagnistei invece di imparare a navigare in un mare libero

In questi giorni ascolto molti piagnistei di chi vorrebbe continuare a spostare i propri costi su tutti, pretendendo la continuazione delle agevolazioni pubbliche.

Al giovedì, nella trasmissione radiofonica su Radio uno "Sportello Italia" è sempre presente il presidente degli amministratori di condominio che non ci fa mancare il suo piagnisteo, sulla fine del 110%.

Un provvedimento, quello del 110%, fatto male e realizzato peggio che, finalmente, il Governo Meloni ha mandato in archivio e che comunque oltre ad esserci costato duecento miliardi di euro a debito del bilancio di tutti, peserà come tanti macigni, uno per ogni bilancio che sarà condizionato, per dieci anni, da tale debito.

Lasciando stare le ragioni che lo videro malamente (sarebbe stata sufficiente una percentuale alta, non un 110% cioè un rimborso superiore alla spesa: quando mai !) istituire, perchè uno che non ha eseguito quei lavori ha dovuto accollarsi  o dovrebbe continuare ad accollarsi le spese altrui ?

Ma, soprattutto, perchè lo stato, cioè tutti noi, dovrebbe accollarsi le spese, anche anticipando la detrazione ?

Il principio, come sempre, prevede la detrazione dalle imposte della quota del 110%, spalmata su una pluralità di anni.

La cessione del credito o lo sconto in fattura sono due benefici aggiuntivi, non obbligatori.

Ma, dicono, se uno non ha capienza (cioè non paga tasse pari o superiori alla detrazione) non può beneficiarne.

E allora ? 

I lavori si fanno se necessari, non per divertimento.

Se sono necessari, anche se uno non ha capienza li esegue e li paga, diversamente vi rinuncia.

Perchè scaricare sempre sugli altri ?

Analogamente non apprezzo i piagnistei sulla fine (dopo sette anni che lo aveva disposto il governo Gentiloni !) del mercato tutelato di gas ed elettricità.

Anno dopo anno si rinviava e, ancora una volta, è dovuto intervenire il Governo Meloni per mettere un punto finale.

Il 10 gennaio è stato introdotto il mercato libero del gas, il primo luglio tocca alla elettricità.

I due momenti hanno visto regole differenti.

Per il gas, tutto sommato, era conveniente passare tempestivamente al mercato libero, per l'elettricità bastava attendere la attribuzione alle società partecipanti delle concessioni per il servizio di tutela graduale che avrebbe accompagnato chi non avesse scelto un operatore sul mercato libero dopo la fine del tutelato.

Caso ha voluto che, per ragioni di sviluppo, pubblicità o di previsione dei costi e benefici, le società partecipanti all'asta abbiano presentato offerte che dovrebbero fare del servizio a tutele graduali la scelta più conveniente.

Piagnistei.

Salvo poi scoprire che chi aveva scelto il mercato libero, fino al 30 giugno potrà tornare a quello tutelato e quindi essere dolcemente spostato sul servizio a tutele graduali.

Per agevolare ciò l'Arera ha messo in linea un programma specifico.

Ma non basta.

Sono gli stessi del 110% che vorrebbero continuare a pagare meno del costo di produzione.

Piuttosto ci sarebbero da contestare le voci in bolletta relative ai finanziamenti per la produzione di energie cosiddetta verde o per l'accollo delle morosità dei clienti di alcune aziende.

Bisogna imparare a vivere in un Mercato concorrenziale e libero, senza la distorsione operata dalle agevolazioni (che ancora sono tantissime !) che accollano allo stato, cioè a noi tutti, i benefici per alcuni.

Ognuno dovrebbe pagare quello che consuma, senza la pretesa di farselo pagare da altri.

E la concorrenza in un Mercato libero serve proprio a stimolare il miglior servizio al minor costo e pressuppone l'assenza di ogni imposizione estranea e fondata su presupposti ideologici, attivata per orientare il Mercato e, quindi, per falsificarlo.


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