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11 marzo 2024

Gli editoriali dei giornaloni cattocomunisti non sono e non portano voti

I risultati delle elezioni abruzzesi confermano la solidità del Centro Destra e tolgono ai cattocomunisti le illusioni che si erano creati, confidando negli editoriali dei commentatori più propagandisti che giornalisti che hanno per due settimane confuso i loro desideri con la realtà dei fatti.

Del resto lo stesso voto in Sardegna ha visto il successo del Centro Destra a livello di liste e solo per un incidente di percorso, evidentemente un pessimo candidato che magari sarebbe un ottimo presidente, i cattocomunisti hanno potuto fare una ola molto forzata.

Semprechè non si proceda ad un riconteggio che in Sardegna potrebbe ribaltare il risultato visto che sarebbe sufficiente un voto sottratto a Truzzu e a lui riattribuito in sede di riconteggio in ogni sezione, per mandare al macero due settimane di esultanza cattocomunista.

In Abruzzo non ci sono stati problemi di voto disgiunto e il Centro Destra, in uno scontro frontale tra due soli poli, con i cattocomunisti che hanno aggregato anche i grillini e le varie frattaglie di sinistra (dalla Bonino a Fratoianni, da Bonelli a Renzi e Calenda), ha vinto e la certificazione che il Centro Destra è ancora in crescita sta nelle parole del candidato cattocomunista del 2019 che ricorda come, se allora ci fosse stata la stessa coalizione, avrebbe vinto lui.

Il che significa che gli Elettori, unici giudici, hanno premiato il Centro Destra sia per la politica in Abruzzo che, vista l'importanza attribuita al voto dagli stessi cattocomunisti, a livello nazionale.

Adesso sarebbe da fare una riflessione su questa velleità di fare di ogni votazione un giudizio divino sul Governo e riorganizzare le votazioni in uniche sessioni con scadenze fisse.

Comunque, dal momento che sono stati gli stessi cattocomunisti ad aver voluto fare del voto in Abruzzo un test per il Governo, al punto da aver, illusi da speranze mal riposte, organizzato maratone radiotelevisive con l'idea di fare un battage pubblciitario che si è ritorto contro di loro, il Governo Meloni ha superato a pieni voti  la prova.

Adesso i partiti si occupino delle prossime scadenze locali (Basilicata, Piemonte, Umbria) mentre la politica nazionale guardi al traguardo del voto europeo del 9 giugno.

Un voto importante non per il governo nazionale, ma per gli equilibri in un parlamento di serie B ma che può difenderci dagli invasati cattocomunisti ridipinti di verde.

Un assaggio lo abbiamo avuto dal voto portoghese che ha visto il pesante arretramento dei socialisti, come accade in tutta Europa e l'avanzata modesta di un Centro Destra che ancora non ha capito che deve scegliere, senza se e senza ma, l'alleanza con la Destra che, anche in Portogallo, ha avuto un grande successo, quadruplicando i seggi.

E in tale quadro dovrà evitare ogni ambiguità anche la Meloni con la sua Ecr.

Già ha dichiarato che non avrebbe fatto alcuna maggioranza con i socialisti ed è cosa buona e giusta ma per escludere i socialisti (e i verdi) dovrà fare maggioranza con ID, cioè il gruppo europeo della Lega, della Le Pen e di Afd che ha una interessante proposta definita "remigrazione", cioè il restituire alle nazioni di origine gli immigrati arrivati in Europa, anche se avessero acquisito la cittadinanza di uno stato europeo.

Nel frattempo, il Centro Destra incassa la rinnovata fiducia degli abruzzesi e un viatico per continuare il percorso di legislatura, allontanando le fallaci previsioni degli avvoltoi cattocomunisti che scrivono sui giornaloni asserviti alla narrazione politicamente corretta. 

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