I risultati al momento definitivi di Camera e Senato, in attesa del voto degli Italiani all’estero e del riconteggio di eventuali schede contestate, indicano un pareggio: la Camera alla sinistra con uno scarto di appena 25000 voti (lo 0,07%) e il Senato alla Casa delle Libertà con uno scarto di un seggio di maggioranza e oltre 100000 (1,20%) voti in più.
La più grande macchina elettorale mai messa in campo e che sosteneva la sinistra è uscita sconfitta, perché così è dopo i sondaggi di parte che le davano dai 4 ai 12 punti di vantaggio, dalla caparbietà, dalla grinta, dal coraggio di un Uomo solo che si è speso personalmente e senza risparmio si è battuto come un leone: Silvio Berlusconi.
Forza Italia, il partito del Premier è di gran lunga il maggior partito italiano, ricacciando i DS a oltre 5 punti di distanza.
Berlusconi è l’unico Leader che abbia anche una forza personale e che è pari a quella di Forza Italia.
La sinistra poteva contare, oltre che sulla macchina elettorale di una ventina tra partiti e movimenti, anche su:
grande industria (Montezemolo, Confindustria, interessati a nuove rottamazioni)
stampa e giornalisti (Conserva, Stampa, Ordine dei giornalisti)
magistrati militanti
banchieri (tutti in fila alle primarie sinistre e in attesa di nuovi sgravi fiscali per le loro fusioni)
nani e ballerine (cinematografari e teleimbonitori interessati a perpetuare i contratti miliardari e le elargizioni pubbliche)
sindacati (interessati a conservare antichi privilegi contro ogni riforma soprattutto nel settore pubblico)
no global e pacifinti (interessati a scardinare le alleanze internazionali)
lobby omosessuali (interessate a scardinare i costumi morali del Paese)
sondaggisti sconfitti prima del voto e negli exit poll
ed ogni refolo di movimento interessato a strappare allo stato, cioè a tutti noi, finanziamenti per ogni più inutile e marginale causa,
per finire con una legge infame – sulla par condicio – che ha imposto il bavaglio al Premier,
nonostante tutto ciò la sinistra ha ottenuto solo una esigua maggioranza popolare alla Camera ed è sotto al Senato.
E senza il voto dei Connazionali all’estero.
Silvio Berlusconi, a differenza di altri – anche nella Casa delle Libertà molto defilati in campagna elettorale - ci aveva creduto e si è battuto, dimostrandosi il Leader che il Centro Destra merita e imprescindibile per il nostro futuro.
Rimane solo un rimpianto: se Fini e Casini non avessero giocato in proprio, ma avessero seguito da subito le indicazioni di Berlusconi (a cominciare dall’abolizione della par condicio, per continuare con i suoi stessi toni in campagna elettorale) saremmo oggi a parlare di vittoria, senza “se” e senza “ma”, della Casa delle Libertà, invece di interrogarci sul futuro assetto politico dell’Italia.
Sì, perché adesso, nonostante le assurde affermazioni di un Prodi suonato e della sua combriccola di perdenti da nomenklatura, la sinistra non è in grado di governare.
Non ha la maggioranza al Senato (e un governo deve ottenere la fiducia in entrambe le camere) e non è neppure unita (alla faccia del nome che si è data), soggetta com’è al ricatto delle forze estremiste e massimaliste, raccolte sotto Rifondazione Comunista, i Comunisti Italiani e i Verdi (nelle quali si ritrovano tutti i movimenti al margine della società e che questa società del benessere vorrebbero distruggere con la violenza come si è visto in campagna elettorale a Padova e Milano, prima ancora a Genova, sulle piazze a sostegno di Saddam, oppure scardinare moralmente con la diffusine della droga e i “matrimoni” omosessuali) che rappresentano un terzo dei senatori di sinistra e un quarto dei suoi deputati.
Una presenza ingombrante e antisistema che non potrà consentire alcuna governabilità.
Si dovrà arrivare ad una resa dei conti all’interno delle coalizioni e non è possibile escludere salti della quaglia, ovviamente “nell’interesse della nazione”.
Poiché non esiste una maggioranza in entrambe le camere, dovranno riflettersi sul da farsi e tre sono le ipotesi che mi vengono in mente, ben sapendo che la fantasia dei politici italiani è illimitata quando si tratta della propria poltrona (ricordiamoci delle “convergenze parallele” di Moro e del “governo della non sfiducia” di Andreotti).
Grande Coalizione.
Sull’esempio dei tedeschi, in una situazione analoga con il governo uscente protagonista di una splendida rimonta, i due maggiori partiti si sono accordati per governare assieme su un programma accuratamente stilato e sottoscritto.
Da noi sarebbe un po’ differente.
Non vedo la sinistra massimalista e comunista allearsi con la Lega di Calderoli e Castelli.
Più probabile una riedizione del “compromesso storico” o di un nuovo, infame, “arco costituzionale” che veda l’esclusione da un lato di Rifondazione Comunista, Comunisti Italiani e Verdi e dall’altro di Lega, Alternativa Sociale e di Forza Italia ad eccezione della parte che farebbe riferimento a Formigoni e Pisanu.
E’ una soluzione che, proprio perché di compromesso, personalmente rifiuto considerando immorale e improponibile una qualsiasi alleanza con i DS e con i cattocomunisti.
Anche per questo, per “tenere il mio voto in frigorifero” in una ipotesi del genere ho votato AS e Lega che, comunque, portava acqua al mulino di Berlusconi.
Governo tecnico.
Sarebbe un ritorno alle fallimentari esperienze di Ciampi e Dini.
Un commissariamento della politica, del voto popolare da parte dei “poteri forti” che non is presentano mai alle elezioni, ma usano i loro burattini per continuare a fare i loro interessi.
Sono gli stessi “poteri forti” che hanno diretto la guerra contro Berlusconi e che ne sono usciti malconci: perché dare loro una chance di rimarginare le ferite ?
E ciò anche se venisse proposto un uomo del Centro Destra come potrebbe essere Gianni Letta.
Nuove elezioni.E’
l’unica ipotesi che mi soddisfa.
Distinti e distanti dalla sinistra con la quale non ritengo si abbia nulla a che spartire, non ci rimane che tornare in campagna elettorale, da
combattere nuovamente all’arma bianca, in un corpo a corpo giornaliero, nella convinzione che adesso i cittadini Italiani sanno che le bugie loro raccontate dai sondaggisti di parte non rappresentano la realtà del paese.
E così potranno
riflettere meglio sul voto, se scegliere le tasse di Prodi oppure le riforme di Berlusconi.
Ma come arrivare alle elezioni ?
Ciampi è a fine mandato e non può sciogliere le camere che, peraltro, si riuniranno il 28 aprile.
E’ giocoforza avere un governo e
Giovanni Leone, protagonista di tre governi “balneari” nella prima repubblica è morto da un pezzo.
Allora
non si può che continuare con questo governo, per l’ordinaria amministrazione, fino ad un
voto da fissare a fine settembre, eleggendo nel frattempo, con queste camere, il nuovo presidente della repubblica.
Su questo, a mio avviso,
Berlusconi dovrebbe insistere e, questa volta, senza tollerare distinguo da parte di Fini e Casini.
Sì, perché adesso si aprono anche le
rese dei conti nelle coalizioni, a sinistra e nel Centro Destra.
Della sinistra me ne frego.
Ritengo
Prodi ormai bollito, ma sono fatti loro: personalmente, per nostro vantaggio, spero lo tengano come leader.
Mi interessa invece il Centro Destra.
Come avevo già scritto, ritengo che la Destra debba evolversi in una
Grande Destra , che comprenda
tutti coloro che, sotto sigle diverse, fanno parte della Casa delle Libertà.
Nella mia Grande Destra c’è spazio per chi è di osservanzaLiberale e Sociale
Cattolica e Libertaria
Federalista e Nazionalista.
E questa osmosi a Destra non può avvenire che sotto la leadership di Silvio Berlusconi, con Fini e Casini che dovranno fare ammenda, dimostrandosi consapevoli dell'errore commesso, per averlo lasciato solo contro tutti, quando veniva attaccato e quando il suo genio gli suggeriva i termini della campagna elettorale.
Silvio Berlusconi ha dimostrato di avere energia e coraggio per fondare e guidare la Grande Destra alle nuove, inevitabili, elezioni anticipate.
Ma nessun aiuto alla sinistra, nessun puntello, nessun inciucio.
Gli oltre (con i Connazionali all’estero) 19 milioni di Italiani che hanno votato bene, a favore del Centro Destra, lo hanno fatto perché si considerano distinti e distanti da questa sinistra infame ed espropriatrice e sarebbero fortemente delusi da un ribaltone e dal vedere i nostri parlamentari votare con quelli di sinistra.
Una Grande Destra che dovrà difendere con ogni mezzo a disposizione le conquiste e le riforme del Governo Berlusconi:
dalla scuola all’università,
dalla giustizia all’immigrazione,
dalle comunicazioni al federalismo,
dal fisco al diritto societario, a quello fallimentare, alle grandi opere, al mercato del lavoro, alle pensioni, al processo civile.
Una Grande Destra che impari la mobilitazione della sinistra e chiami a raccolta nelle piazze i milioni di Italiani che l’hanno votata nonostante l’occupazione mediatica della sinistra e il bavaglio imposto al Premier Berlusconi.
Una Grande Destra che abbia ben chiara la strada da intraprendere e la filosofia da proporre agli Italiani.
Più libertà per avere più benessere, questo significa meno stato nelle nostre vite e, a cascata, meno clientele, meno caste privilegiate, meno rottamazioni alla Fiat, meno agevolazioni per le fusioni bancarie, meno soldi alle iniziative del “volontariato” (niente sarebbe anche meglio, sennò che caspita di volontariato è ?) e a tuti quei rivoli che consumano senza produrre.
La Grande Destra deve comunicare che il progetto di Stato moderno resta intatto e già avviato.
Non possiamo dimenticare che questo voto è figlio della disinformazione e delle consorterie di interessi che hanno trovato in Prodi e in una sinistra senza valori, il loro strumento operativo.
E in tutto questo non possiamo dimenticare la necessità di una battaglia Ideale fondata sui Valori veri, morali e civili, contro la degenerazione politica e le aberrazioni dei costumi.
Non potremo trascurare di ribadire le nostre radici, Romane e Cristiane, che trovano pieno compimento nell’Occidente e nell’alleanza con gli Stati Uniti di Bush.
Per questo non potremmo accettare o condividere la strada con chi sotto ricatto dell’etrema sinistra, si è mostrato in tutti questi anni filopalestinese e filosaddamita, per pagare il pizzo ai suoi elettori no global e pacifinti: noi stiamo con Bush, non con i terroristi.
Se la Grande Destra saprà uscire dal prossimo regolamento di conti imboccando con decisione la strada indicata, allora potremo riprendere il cammino iniziato il 13 maggio 2001 e guardare con orgoglio di Italiani e fiducia al futuro, per noi e per i nostri figli, nel rispetto di quanto hanno fatto i nostri Padri.
Il domani appartiene a noi !
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