
Sin da piccolo mi piaceva “essere contro”, fare quello che si dice “il bastian contrario” e la valutazione delle amministrative non fa eccezione.
Ho letto da sinistra ululati belluini su presunte vittorie, mentre negli ambienti liberali si è operata una sorta di autoflagellazione completamente a sproposito.
Le elezioni amministrative di domenica e lunedì non hanno cambiato proprio nulla rispetto alle elezioni politiche di aprile, anzi, semmai, dovrebbero dare consapevolezza al Centro Destra del proprio essere maggioranza nel paese, con l’obiettivo di rimuovere quell’unica causa che impedisce di esserlo numericamente (a parte le ombre e i fondati sospetti anche nel voto degli italiani all’estero) e che è l’astensionismo del proprio elettorato.
Si è visto e comprovato che quando gli Italiani vanno alle urne, gli itaglioni sono minoranza.
Si è visto e comprovato che gli Italiani hanno bisogno di essere scossi con temi e parole forti, come ha fatto Silvio Berlusconi, e che vogliono che altrettanto, come un sol uomo, faccia l’intera coalizione dei Centro Destra … cosa che non hanno fatto Fini e Casini.
In pratica la CdL ha funzionato a 2 cilindri anziché 4 e, ciononostante, ha sfiorato la vittoria alle politiche, indipendentemente dagli “errori” nei verbali degli scrutini in Italia e all’estero.
E nonostante abbia sempre avuto solo due cilindri, anche alle amministrative, pur scontando il forte aumento dell’astensionismo tra le proprie file, ha mantenuto i due capisaldi: Regione Sicilia e comune di Milano.
Non solo, ma pur in presenza di tale astensionismo, ha vinto nell’Italia trainante, certificando quel che Silvio Berlusconi asserisce da tempo: l’Italia che lavora, l’Italia che produce, l’Italia che crea ricchezza, l’Italia sana è Centro Destra.
A sinistra c’è l’italia che sperpera, l’italia clientelare, l’italia assistita, l’italia pauperista e terzomondista.
Sarebbe interessante vedere, a fronte di una secessione ideologica, quale delle due Italie riuscirebbe a progredire e prosperare …
Prima di affrontare la questione dell’astensione, una breve nota sul voto.
Pochi i comuni e province al ballottaggio.
Ormai il bipolarismo all’italiana sta funzionando.
Rimangono ancora sacche di terzoforzismo, destinate solo a far perdere, più che ad avere un ruolo rilevante.
A mio avviso questo è un avallo alla legge elettorale nazionale che ha dato la possibilità ad ognuno di mantenere le proprie identità, pur facendo convogliare i voti in una coalizione.
E’ lo stesso principio delle votazioni amministrative: un cartello di partiti a favore di un candidato sindaco o presidente.
Sulla legge elettorale, tanto contestata, basterebbero un paio di ritocchi: il collegio nazionale anche per il senato e l’introduzione della preferenza.
Il problema: come motivare l’Italia sana a rinunciare al proprio, meritatissimo, riposo settimanale.
Le annuali scadenze elettorali hanno dimostrato che l’italia parassita vota perché dalla politica, quindi dalle varie amministrazioni ai vari livelli, trae quelle elargizioni clientelari che le consentono di sbarcare il lunario praticamente senza lavorare, a spese dell’Italia che produce.
La vignetta di Krancic pubblicata ieri ne il Giornale e che correda questa post, è molto simpatica, ma ingiusta.
Chi si astiene esercita un suo diritto naturale, come è ampiamente dimostrato nella patria della democrazia moderna: Gran Bretagna e Stati Uniti.
Ma questo va bene in quelle condizioni, dove, chiunque vinca, ha dei Valori fondanti comuni ed ha il concetto di Patria, e del suo interesse, ben impresso nel cuore e nella mente.
In Italia non vi sono tali condizioni.
Noi viviamo l’anomalia di una forte (circa 30%: i comunisti ex, post, neo vetero) presenza antisistema che ha come proprio obiettivo, mai riposto, lo sradicamento delle nostre radici democratiche, la soppressione delle nostre libertà, la statalizzazione e il centralismo delle attività liberali.
Un circa 30% che riesce ad entrare al governo grazie ad un quasi 20% di “utili idioti” che, dopo una vita spesa in partiti che si dichiaravano anticomunisti, adesso si sono prestati a fare la foglia di fico dei comunisti.
Siamo in una situazione sudamericana.
Allora dobbiamo trovare la chiave giusta per far scattare il meccanismo degli astensionisti, perché non si astengano più, ma vadano a votare, ancor più numerosi di quel che hanno fatto il 9 e 10 aprile, quando bastava pochissimo per superare anche gli “errori” nei verbali italiani ed esteri.
E questa chiave è parlare al … portafoglio degli astensionisti.
Volete voi, l’Italia che lavora, continuare a pagare per l’italia assistita ?
Volete voi, l’Italia che produce, continuare a pagare per l’italia clientelare ?
Volete voi, l’Italia che crea ricchezza, continuare a pagare per l’italia che spreca ?
Per evitare tutto ciò dovete solo e semplicemente ritardare di un paio d’ore l’inizio del vostro fine settimana.
Cominciando dal 25 giugno prossimo quando con un “SI’” potete dire “NO” alla sinistra, no agli sprechi, no alle tasse per l’assistenzialismo, no alle clientele.
Ho letto da sinistra ululati belluini su presunte vittorie, mentre negli ambienti liberali si è operata una sorta di autoflagellazione completamente a sproposito.
Le elezioni amministrative di domenica e lunedì non hanno cambiato proprio nulla rispetto alle elezioni politiche di aprile, anzi, semmai, dovrebbero dare consapevolezza al Centro Destra del proprio essere maggioranza nel paese, con l’obiettivo di rimuovere quell’unica causa che impedisce di esserlo numericamente (a parte le ombre e i fondati sospetti anche nel voto degli italiani all’estero) e che è l’astensionismo del proprio elettorato.
Si è visto e comprovato che quando gli Italiani vanno alle urne, gli itaglioni sono minoranza.
Si è visto e comprovato che gli Italiani hanno bisogno di essere scossi con temi e parole forti, come ha fatto Silvio Berlusconi, e che vogliono che altrettanto, come un sol uomo, faccia l’intera coalizione dei Centro Destra … cosa che non hanno fatto Fini e Casini.
In pratica la CdL ha funzionato a 2 cilindri anziché 4 e, ciononostante, ha sfiorato la vittoria alle politiche, indipendentemente dagli “errori” nei verbali degli scrutini in Italia e all’estero.
E nonostante abbia sempre avuto solo due cilindri, anche alle amministrative, pur scontando il forte aumento dell’astensionismo tra le proprie file, ha mantenuto i due capisaldi: Regione Sicilia e comune di Milano.
Non solo, ma pur in presenza di tale astensionismo, ha vinto nell’Italia trainante, certificando quel che Silvio Berlusconi asserisce da tempo: l’Italia che lavora, l’Italia che produce, l’Italia che crea ricchezza, l’Italia sana è Centro Destra.
A sinistra c’è l’italia che sperpera, l’italia clientelare, l’italia assistita, l’italia pauperista e terzomondista.
Sarebbe interessante vedere, a fronte di una secessione ideologica, quale delle due Italie riuscirebbe a progredire e prosperare …
Prima di affrontare la questione dell’astensione, una breve nota sul voto.
Pochi i comuni e province al ballottaggio.
Ormai il bipolarismo all’italiana sta funzionando.
Rimangono ancora sacche di terzoforzismo, destinate solo a far perdere, più che ad avere un ruolo rilevante.
A mio avviso questo è un avallo alla legge elettorale nazionale che ha dato la possibilità ad ognuno di mantenere le proprie identità, pur facendo convogliare i voti in una coalizione.
E’ lo stesso principio delle votazioni amministrative: un cartello di partiti a favore di un candidato sindaco o presidente.
Sulla legge elettorale, tanto contestata, basterebbero un paio di ritocchi: il collegio nazionale anche per il senato e l’introduzione della preferenza.
Il problema: come motivare l’Italia sana a rinunciare al proprio, meritatissimo, riposo settimanale.
Le annuali scadenze elettorali hanno dimostrato che l’italia parassita vota perché dalla politica, quindi dalle varie amministrazioni ai vari livelli, trae quelle elargizioni clientelari che le consentono di sbarcare il lunario praticamente senza lavorare, a spese dell’Italia che produce.
La vignetta di Krancic pubblicata ieri ne il Giornale e che correda questa post, è molto simpatica, ma ingiusta.
Chi si astiene esercita un suo diritto naturale, come è ampiamente dimostrato nella patria della democrazia moderna: Gran Bretagna e Stati Uniti.
Ma questo va bene in quelle condizioni, dove, chiunque vinca, ha dei Valori fondanti comuni ed ha il concetto di Patria, e del suo interesse, ben impresso nel cuore e nella mente.
In Italia non vi sono tali condizioni.
Noi viviamo l’anomalia di una forte (circa 30%: i comunisti ex, post, neo vetero) presenza antisistema che ha come proprio obiettivo, mai riposto, lo sradicamento delle nostre radici democratiche, la soppressione delle nostre libertà, la statalizzazione e il centralismo delle attività liberali.
Un circa 30% che riesce ad entrare al governo grazie ad un quasi 20% di “utili idioti” che, dopo una vita spesa in partiti che si dichiaravano anticomunisti, adesso si sono prestati a fare la foglia di fico dei comunisti.
Siamo in una situazione sudamericana.
Allora dobbiamo trovare la chiave giusta per far scattare il meccanismo degli astensionisti, perché non si astengano più, ma vadano a votare, ancor più numerosi di quel che hanno fatto il 9 e 10 aprile, quando bastava pochissimo per superare anche gli “errori” nei verbali italiani ed esteri.
E questa chiave è parlare al … portafoglio degli astensionisti.
Volete voi, l’Italia che lavora, continuare a pagare per l’italia assistita ?
Volete voi, l’Italia che produce, continuare a pagare per l’italia clientelare ?
Volete voi, l’Italia che crea ricchezza, continuare a pagare per l’italia che spreca ?
Per evitare tutto ciò dovete solo e semplicemente ritardare di un paio d’ore l’inizio del vostro fine settimana.
Cominciando dal 25 giugno prossimo quando con un “SI’” potete dire “NO” alla sinistra, no agli sprechi, no alle tasse per l’assistenzialismo, no alle clientele.
Proseguendo con lo sciopero fiscale ben organizzato e attuato tramite una informativa capillare e un centro di supporto reso disponibile dai partiti della Casa delle Libertà.
Ma perché questo messaggio arrivi a destinazione è necessario che la Casa delle Libertà giri a 4 cilindri e non a due.
A Silvio Berlusconi e Umberto Bossi devono aggiungersi Gianfranco Fini e Pierferdinando Casini, con gli stessi toni e argomenti dei primi due, abbandonando ogni velleità e ogni snobismo da “inglesi” in politica.
Purtroppo non siamo in Inghilterra o negli Stati Uniti, siamo in Sud America.
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Ma perché questo messaggio arrivi a destinazione è necessario che la Casa delle Libertà giri a 4 cilindri e non a due.
A Silvio Berlusconi e Umberto Bossi devono aggiungersi Gianfranco Fini e Pierferdinando Casini, con gli stessi toni e argomenti dei primi due, abbandonando ogni velleità e ogni snobismo da “inglesi” in politica.
Purtroppo non siamo in Inghilterra o negli Stati Uniti, siamo in Sud America.
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