Ma la questione, qui, è più grave, molto più grave.
Siamo in presenza di un signore che ha trasformato la presidenza della repubblica, che per convenzione dovrebbe essere "di tutti gli Italiani", in uno strumento di propaganda di parte.
Chiede più europa.
Sbraita contro il Nazionalismo.
Difende la dittatura sanitaria (potrebbe essere stato lui a volere la riconferma di Speranza !).
Rinfocola le divisioni tra Italiani prendendo le parti solo e sempre di una fazione (la sinistra).
Tace sugli scandali in magistratura.
Non anticipa le elezioni e briga per costituire un governo purchessia, anche contro natura come l'attuale.
E adesso si permette di criticare le posizioni di alcuni partiti che non vogliono l'arrivo di clandestini, trincerandosi dietro una scusa ridicola e risibile.
Mattarella, infatti, dice che è una contraddizione dire di voler aiutare gli afghani e poi chiedere di fermare gli sbarchi.
E' strumentale.
Se avessimo avuto un governo ed un ministro degli Interni competenti, il blocco degli arrivi dei clandestini avrebbero consentito la disponibilità ad accogliere i veri profughi.
Accettando l'arrivo di chiunque fosse scaricato dalle ong, la misura è colma, per tutti e non sono più credibili quelli che si qualificano come profughi.
Quanto all'Afghanistan, per venti anni abbiamo dato denaro, armi e vite umane.
Abbiamo addestrato il loro esercito che si è squagliato senza combattere e consegnando le armi ai talebani.
Aiutare gli afghani non significa fornirli di un'assistenza, vitto, alloggio, cure e istruzioni perennemente a carico di noi Italiani, ma significa fornire loro gli strumenti per liberare il loro paese e darsi una guida democratica.
Significa farli combattere in Afghanistan, non aderire alle comode manifestazioni di piazza in Italia.
E cosa vorrebbe, Mattarella, forse svuotare l'Afghanistan per portare 30 milioni di afghani in Italia ?
Ma arriverà febbraio 2022 e speriamo che a nessuno venga in mente di riproporre costui, anche se è vero, come dicono i proverbi perle di saggezza, che al peggio non c'è mai fine.
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