Il problema dell'Occidente non è solo la dittatura sanitaria ed il governo occulto delle consorterie affaristico finanziarie, ma anche l'eccesso di media che suonano tutti la stessa musica e costringono i politici ad alzare continuamente l'asticella delle loro sparate per poter ottenere tre righe nelle pagine interne.
L'indecoroso ritiro di Biden dall'Afghanistan conferma il male che fanno giornali e televisioni per una efficiente politica estera e militare.
Sin dai tempi del Vietnam, i giornalisti hanno preferito puntare sul buonismo che c'è in noi, mettendo in risalto gli errori compiuti nel colpire un villaggio adiacente ad un campo terrorista vietcong, invece di informarci che, pur nella morte di molti civili, quei terroristi sono stati spazzati via.
Questa narrazione pietista non ci fu durante la seconda guerra mondiale, consentendo all'aviazione anglo americana di spazzare via ogni resistenza, facendo dell'Europa un enorme campo di macerie.
Ma vincendo la guerra, senza concedere alcun appello per gli sconfitti.
In Vietnam non fu cosi e gli Americani si ritirarono per stanchezza, cosi come non ci fu analoga determinazione in Iraq e in Afghanistan ora riconsegnato malamente ai talebani.
Cosa fatta, capo ha.
Purtroppo l'opera di demolizione dei giornalisti, continua coadiuvata da quei politici e quelle associazioni che odiano a tal punto la nostra Civiltà, da volerla distruggere, avendo trovato oggi lo strumento dei cosiddetti "profughi".
Gente come Sassoli, presidente cattocomunista del parlamento del'Unione del Male, che pretenderebbe di dare asilo agli afghani che scappano, parla solo perché dotato di saliva e lingua, ma non dice cose ragionevoli.
Già abbiamo migliaia di clandestini che, complice il governo Draghi con il ministro Lamorgese, vengono accolti, indipendentemente dal numero che ci viene scaricato dalle ong e poi sciamano indisturbati per l'Italia e ci costano oltre cinque miliardi all'anno solo per vitto, alloggio, cure.
Se aprissimo la porta anche a chi scappa, senza aver combattuto, senza aver sparato un solo colpo per difendere la sua terra, dovremmo sopportare un onere ulteriore fatto non solo di spese vive per vitto, alloggio, cure e istruzione, ma anche i costi non quantificabili, ma enormi, dell'immissione nella nostra società di un'orda di estranei per cultura, civiltà, mentalità, conoscenze e utilità.
Se Sassoli e quelli come lui vogliono aiutare gli afghani e tutti quelli che vorrebbero venire da noi, si tassino, organizzino aiuti, costruiscano ospedali in loco, facciano i missionari, ma con i loro soldi e senza che chi non la pensa come loro sia minimamente coinvolto ne sul piano ecomico, né su quello della vita sociale e della sicurezza personale.
La smettano i Sassoli di blaterare, investendosi dell'aureola da santi, salvo poi scaricare su tutti noi i costi della loro pelosa, presunta bontà.
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