Credo che richiamare alla memoria, parafrasandolo, l'incipit del De bello Gallico di Cesare, possa essere una sintesi pertinente della situazione politica in Italia.
Certamente è un uso improprio dell'accetta, perchè i confini non sono mai, in nessuna circostanza, sempre netti e definiti, soprattutto per la presenza di saltimbanchi che cambiano casacca in ogni legislatura per colpa della "costituzione più bella del mondo nata dalla resistenza antifascista ..." che vieta il vincolo di mandato, ma aiuta a rendere l'idea di come siamo messi (male).
Per primi metto tutti coloro che, abolito l'obbligo del voto, non si preoccupano di partecipare, neppure con la semplice apposizione di una croce sulla scheda elettorale, alla vita dell'Italia.
Sono sicuramente meno del numero degli astenuti, sempre incrementato da momentanee "priorità", ma rappresentano sicuramente una parte significativa di quanti hanno diritto al voto.
Non voglio e non sono in grado di analizzare le loro motivazioni che, probabilmente, vanno da una abissale ignoranza dei diritti e dei doveri di un cittadino, alle preoccupazioni personali che escludono ogni altra occupazione, fino ad uno snobismo da caricature aristocratiche che disprezzano sistematicamente tutto ciò che fanno gli altri, salvo poi lamentarsi perchè si ritengono danneggiati o vessati.
Ma le altre due parti sono quelle più importanti, perchè in base alla prevalenza dell'una o dell'altra possiamo aspettarci del Bene o del Male.
Nel tempo le divisioni, semplicisticamente identificate in Destra e Sinistra, si sono realizzate su tematiche sociali, economiche, di alleanze internazionali, ma anche su singoli specifici provvedimenti legislativi come il divorzio e l'aborto, la droga, l'eutanasia.
Ma il crinale che a me interessa è quello tra Stato e Individuo.
C'è chi propugna un intervento invasivo dello stato praticamente per ogni aspetto della nostra vita quotidiana e chi, invece vorrebbe la minor interferenza possibile da parte del pubblico che dovrebbe limitarsi ad essere sempre terzo, super partes, regolatore e giudice delle controversie tra privati.
Tra i primi non ci sono solo quelli che vorrebbero una economia di stato, il reddito di cittadinanza, l'assistenzialismo elevato a idolo d'oro, ma anche quelli che vorrebbero uno stato sempre più grande, che travalichi le prerogative degli stati nazionali, per diventare europeo e universale.
Costoro sicuramente raggiungono l'apice del proprio godimento quante più direttive vengono emanata per regolare anche le virgole.
Una vita da automi teleguidati, ognuno con il proprio cip, come i cani e, infatti, sono quelli che vorrebbero abolire i contanti per l'uso sistematico della monetica che rende tracciabile ogni nostra spesa e abitudine di vita.
Costoro si ritrovano, nelle prossime elezioni, all'interno delle tre liste di sinistra: quella capeggiata da Letta con la Bonino, Fratoianni, Bonelli (e Di Maio come palla al piede), quella guidata da Conte, quella bicefala con Renzi e Calenda.
Pur con i dovuti distinguo e sfumature, tutti quelli venerano l'Unione del Male, disprezzano l'Italia come Nazione e quindi anche come Popolo, vorrebbero sottometterci a politiche distruttive della nostra Storia, delle nostre Radici, della nostra Identità, vagheggiando un mondo unito, senza prevaricazioni, senza stati.
Nel contempo, provvedono a sottrarci i nostri risparmi, espropriarci le nostre proprietà, attraverso lo strumento delle tasse che fu l'arma usata dai monarchi assoluti dei nascenti stati nazionali, dopo la caduta dell'Impero Romano e quando l'Europa cercava di risollevarsi dopo le invasioni barbariche, per soffocare le velleità dei feudatari usciti dal Medio Evo.
Il tutto perchè l'Individuo, nella loro testa, deve sottomettersi allo stato, alla burocrazia ed ai burocrati.
Non a caso hanno santificato in vita un principe della burocrazia statalista, come Draghi.
L'altra, la terza e ultima parte, trova la sua rappresentanza politica, sempre con tante sfumature e incertezze, nei partiti della Meloni, di Salvini e di Berlusconi.
Non è il partito liberale che vorrei, ha tanti sbandamenti statalisti (veggasi la richiesta di operare in deficit, l'accettazione di partecipare alla guerra contro la Russia che tanti danni ci sta provocando) ma è sicuramente la parte che garantisce all'Individuo maggiore libertà, contro le tasse, contro l'invasività delle leggi statali e anche contro la soffocante burocrazia dell'Unione del Male.
Ovvio che vorrei molto di più.
Nella mia testa lo stato dovrebbe essere Nazionale, con Confini ben difesi e rappresentativo di un Popolo che abbia una sua Identità, fondata su una Storia comune (il famoso "una d'arme, di lingua, d'altare, di memorie, di sangue e di cor") ed occuparsi esclusivamente di difesa degli interessi nazionali nel mondo con le proprie Forze Armate, difendere la Sicurezza interna con le Forze dell'Ordine, amministrare la Giustizia e dirimere le controversie tra i propri cittadini e dare rappresentanza all'Italia nei confronti delle altre entità statuali, senza alcuna cessione di Sovranità, a cominciare da quella monetaria.
Probabilmente non riuscirò a (ri)vedere quello stato, ma sicuramente ritornerà, perchè è connaturato nell'Individuo l'anelito alla libertà e più cercheranno di comprimercela, più forte e devastante sarà la reazione quando la misura sarà colma.
Nel frattempo, il nostro compito è quello di mantenere accesa la Fiamma della Libertà, difendendo tutto il difendibile e schierandoci, sempre, dalla Parte di chi difende e sostiene l'Individuo e il suo Diritto Naturale alla Libertà.
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