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No alla deriva

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27 agosto 2022

Respingere le restrizioni derivanti dalla guerra e dalle sanzioni di Draghi

Se Draghi sta avvelenando i pozzi per intralciare il governo, che presumibilmente uscirà dalle urne, a guida Centro Destra, stampa, radio e televisioni stanno già martellando sulla crisi energetica e le restrizioni che ne seguiranno.

Senza però ricercare la responsabilità e la soluzione immediata, perchè l'una e l'altra sarebbe contraria alla narrazione che hanno da undici anni propinato agli Italiani, molti dei quali sono, però, oggi ormai vaccinati alle balle dei media.

La responsabilità ultima è esclusivamente di Draghi e della sua politica.

Prima ancora dell'operazione militare speciale della Russia in Ucraina, si registravano aumenti dei prezzi del gas che, come noto, si porta dietro anche l'aumento dell'energia elettrica al 40% prodotta dalle centrali a gas.

Draghi è presidente del consiglio da febbraio 2021, quindi ha visto nascere gli aumenti, crescere, fino all'esplosione dell'anno successivo dopo l'operazione russa in Ucraina, ma è rimasto fermo a guardare, senza fare nulla.

Draghi, quel fenomeno geniale per come ci viene dipinto, si è mosso solo in linea con le sue (e dei suoi simili) sanzioni contro la Russia, non per rendere indipendente e sovrana l'Italia in materia energetica, bensì per poter fare senza il gas russo ... fra tre o quattro anni (forse).

Draghi si è messo a comprare gas in Algeria e in altri stati africani governati da satrapi ben peggiori di Putin.

Draghi compra il gas dagli Stati Uniti di Biden, gas liquido che costa il triplo di quello russo, che ci costa ancora di più perchè deve essere trasportato con le navi e ci costa sempre di più perchè dobbiamo costruire dei rigassificatori per immetterlo nella nostra rete.

Il tutto invece di riaprire gli oltre settecento pozzi di trivellazione chiusi per le paturnie degli ecologisti, invece di piazzare trivelle in Adriatico per prenderci il nostro gas, ancora una volte bloccate dalle fisime degli ambientalisti e invece di dare il via alla costruzione massiccia di centrali nucleari, sempre bloccate dal catastrofismo millenaristico degli ecoambientalisti che hanno profuso terrore nelle menti più deboli e suggestionabili.

Intanto la Croazia, che guarda all'Adriatico tramite la Dalmazia, territorio storicamente Italiano (da non dimenticarselo mai !), sta pompando gas come se non ci fosse un domani e finirà con l'estrarre anche il nostro gas che in futuro ci rivenderà a prezzo maggiorato.

Draghi, pur in carica, pur pronto a sparare cazzate (e più sono galattiche, più vengono applaudite dai media servi) su condizionatori, pace, green pass e vaccini, nulla ha fatto di concreto.

Infatti nessuno è in grado di dire quali risultati abbia portato a casa l'osannato Draghi in diciotto mesi da presidente del consiglio.

Ma anche la soluzione sarebbe semplice e a costo zero: revocare le sanzioni alla Russia, cessare di inviare armi e finanziamenti all'Ucraina.

Draghi, invece, preferisce angosciare gli Italiani, condizionare la campagna elettorale, con cupe prospettive future e con lo sperperare soldi che non abbiamo in bonus e palliativi momentanei, non strutturali, che fanno solo aumentare il debito senza risolvere i problemi.

E, alla fine, la politica di Draghi porta ad un unico risultato: saremo noi Italiani, noi Popolo, a pagare.

E pagheremo due volte.

Pagheremo il costo aumentato del gas e dell'energia elettrica e pagheremo con il razionamento che ci verrà imposto, con il freddo nelle case e negli uffici per la riduzione obbligata della temperatura e delle ore di accensione e pagheremo con la chiusura delle fabbriche, la perdita di posti di lavoro e l'aumento dei poveri in Italia.

Sono i risultati dell'agenda Draghi.

Anche per questo il 25 settembre è necessario votare e votare per il Centro Destra che, per governare e cambiare le cose, avrà bisogno non della maggioranza semplice che servirebbe solo a fermare la deriva e la devianza italiana ma non darebbe la forza per risalire la china, bensì della maggioranza qualificata dei seggi.

Ogni voto è necessario e indispensabile per superare l'asticella dei due terzi dei seggi sia alla camera che al senato (dove si dovrà anche superare l'handicap dei senatori a vita).

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