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No alla deriva

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29 novembre 2022

Emergenza antifascismo. Una lezione di giornalismo

Nei giorni scorsi mi è arrivato da Altaforte, "Emergenza Antifascismo", l'ultimo libro scritto da Francesca Totolo, giornalista e pungente commentatrice su Twitter.

Ho avuto la conferma, avendo in precedenza letto anche i suoi lavori degli anni scorsi tutti pubblicati da Altaforte ("Inferno" sull'immigrazione, "Coronavirus" sul virus cinese, "La morale sinistra" sul giustizialismo cattocomunista) che siamo davanti ad una vera giornalista.

Nessuno ignora che la Totolo, idealmente, appartiene a quella destra che viene genericamente accomunata sotto la definizione "Fascista" da chi mostra con ciò la sua totale ignoranza, inserendo in tale categoria anche il liberale conservatore e il cattolico reazionario, se osano contraddire i dogmi del politicamente corretto o, come si dice oggi, del woke, del gender, del black lives matter.

Ma proprio perchè non ignoriamo l'appartenenza ideale della Totolo, maggiormente possiamo apprezzare il rigore documentale della ricerca anche in questo "Emergenza antifascismo" che illustra la violenza delinquenziale, aggravata dalla matrice ideologica che vorrebbe coprirla con una patina di nobiltà ideale, della sinistra contro chiunque si opponga alla deriva di questi anni e del politicamente corretto.

Purtroppo oggi siamo abituati a vedere degli agit prop pubblicitari che si ostinano a farsi chiamare "giornalisti" e che saltano da una trasmissione ad un'altra, passando indifferentemente dal ruolo di ospite ed "esperto" a quello di conduttore, esponendoci non dei fatti, ma il loro travisamento, filtrato dalla loro personale opinione e ideologia.

Opinione che, nella migliore delle ipotesi, non ci interessa, perchè a me, come penso a gran parte delle persone, interessano le notizie, i fatti, quelli reali e non quelli manipolati per dimostrare una tesi precostituita.

Abbiamo tutti, mediamente, un livello culturale tale che ci consente, conosciuti i fatti, puri e semplici, di trarre le nostre conclusioni, certamente influenzate dalle nostre esperienze, dalle nostre conoscenze, dalle nostre specializzazioni, ma davanti ad un fatto, il filtro deve essere solo quello che deriva da noi stessi.

Non sento alcuna necessità di essere imboccato da un presunto "esperto" che, quando lo si ascolta con attenzione, non fa che ripetere delle frasi scontate, unicamente per avvalorare la sua pregiudiziale posizione, proponendo la ricostruzione di ciò che è accaduto e che si commenta, in modo obliquo, unicamente per creare quella confusione in cui ci infila la sua propaganda ideologica, marchetta per il suo "editore di riferimento" (che non è necessariamente un editore di stampa e televisione).

Quello, per me non è giornalismo ed è con grande piacere che si leggono i volumi come quello della Totolo, dove abbiamo unicamente fatti e documenti, in base ai quali possiamo trarre le nostre conclusioni.

NOSTRE, non quelle dell'autore o del commentatore di turno.

Perchè "giornalismo" è fornire al lettore i fatti sui quali formarsi la propria opinione, non cercare di inculcare l'opinione di chi parla, manipolando la realtà.

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