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No alla deriva

No alla deriva
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19 novembre 2022

Meglio la raccomandazione del merito ?

Ieri, venerdì, si sono svolte in molte città manifestazioni studentesche contro il Governo Meloni.

Ho provato tanta tenerezza a vedere quei ragazzi sbraitare slogan fini a se stessi, senza una prospettiva, senza un Ideale, senza Valori che meritino di essere scritti con la maiuscola.

Ascoltando di sfuggita i loro discorsi mentre camminavo nei pressi del corteo, ho captato un fondamentale disinteresse per quello che accadeva, per parlare di musica, immagino di cantanti a me sconosciuti, di app e tutti con in mano, al posto del libretto rosso di Mao, il telefono cellulare all'ultima moda.

Leggo poi sui giornali che la contestazione era centrata sulla questione del "merito".

Non vorrebbero sentir parlare di merito, mentre le interviste che hanno mandato in onda per radio, sia al gr1 che al giornale radio regionale, mi sono sembrate molto confuse perchè oltre a contestare il merito, contestavano l'alternanza scuola/lavoro e poi chiedevano uno "stipendio" considerando l'apprendistato come un lavoro.

Poche idee, ma confuse si sarebbe detto ai miei tempi.

Gli universitari invece, da quello che capisco, sembrano contestare i costi (e, a Bologna, anche la difficoltà di trovarli) degli alloggi per i fuori sede.

C'è una contraddizione di fondo.

A me non piace citare la costituzione del 1948 che giudico superata e di parte, però anche in quel testo ci sono delle affermazioni di principio che sono tuttora valide.

Uno di questi è contenuto al terzo comma dell'art. 34: "I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi".

Proprio da quel testo che a sinistra sembra aver sostituito il libretto rosso di Mao, abbiamo le risposte alle confuse manifestazioni degli studenti.

Se uno è capace e meritevole (e questo si desume unicamente dai suoi risultati scolastici) deve essere messo nelle condizioni di continuare gli studi e tra quelle condizioni, rientra anche la possibilità di alloggiare nella città sede degli studi universitari.

Ma se si contesta il "merito", allora come si può determinare chi ha diritto all'aiuto pubblico solidale e chi, invece, è meglio che si orienti verso altre attività ?

I ragazzi che contestano dovrebbero capire che se escludono il merito, quello che resta è la raccomandazione, il censo, la classe sociale, perpetuando così un sistema che NON favorisce "i capaci e meritevoli", ma solo chi ha in partenza condizioni di vantaggio, lasciando il resto, la massa, nell'ignoranza.

La stampa serva di sinistra nasconde tutto ciò, perchè quello che interessa quei pubblicitari (perchè sono solo agit-prop faziosi che fanno pubblicità alla propria parte politica e, quindi, non possono essere chiamati giornalisti) cattocomunisti è danneggiare il Governo Meloni che ha escluso dai centri di potere politico i propri beniamini e, a cascata, temono nell'applicazione di uno spoil system all'italiana (quindi fondato sul passaggio di personale da una parte perdente a una vincente, più che alla sostituzione di chi ha agito con persone nuove e non contaminate).

Alla fine, a rimetterci sono solo quegli studenti coinvolti in buona fede da parole d'ordine, timorosi di uscire dal gregge e che non sono stati aiutati a ragionare.

Che è poi quello che si dovrebbe insegnare a scuola, assieme alle nozioni fondamentali per essere un Uomo consapevole della propria Storia, Cultura e Individualità.

Ma se gli studenti disertano le aule per passeggiare urlando per le strade, allora non esisteranno "capaci e meritevoli", ma solo raccomandati e figli di papà.

Gli altri si dovranno accontentare dei surrogati virtuali che le consorterie affaristiche e finanziarie elargiscono a piene mani, ben sapendo che un popolo povero e distratto non sarà mai un pericolo per le loro speculazioni e potrà essere manovrato contro quei politici e quei governi, come quello della Meloni, che vorrebbe ripristinare il primato dell'Individuo e del Merito.

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