Così vedo come gli esponenti cattocomunisti (da Letta alla Malpezzi, dalla Serracchiani a Calenda alla Gelmini e a tutti quelli meno noti) quando si verifica un fatto che li fa entrare in fibrillazione, se ne escono con un commento praticamente fotocopia.
E' evidente che il loro ufficio stampa e propaganda elabora un testo e lo invia a tutta una mailing list dei cattocomunisti che maggiormente usano gli strumenti cosiddetti social.
E' una tattica che non appartiene agli esponenti del Centro Destra che seguo, ognuno dei quali esprime con parole proprie il pensiero sul fatto in evidenza o rilancia il commento di qualcun altro, in genere del segretario del partito o del ministro interessato.
La parola da sottolineare è "pensiero" che, non a caso, ho utilizzato per gli esponenti del Centro Destra e non per quelli cattocomunisti.
I cattocomunisti, abituati come sono ad avere dalla loro parte quasi tutta la stampa servile, le radio e le televisioni, non pensano, ma obbediscono all'input della centrale di propaganda e, come il cane di Pavlov, alla ricezione del testo base, lo inoltrano.
Puntano sulla quantità, cioè sul martellamento ossessivo e ripetitivo di una tesi e non sulla qualità, cioè sul ragionamento argomentato che invece è proprio del Centro Destra.
In passato sono apparsi divertenti tweet (mi sembra uno fosse della Lorenzin) che l'esponente cattocomunista non si è nemmeno presa l'onere di leggere, pubblicandolo come ricevuto, inclusa la parte che avrebbe dovuto completa e, infatti, è apparso con la dicitura tra parentesi: "indicare il nome e cognome" o simile.
Così possiamo constatare che anche a livello dirigenziale, i cattocomunisti sono solo un gregge che segue il capo branco, anche quando si butta nel baratro, come il messaggio di Letta che, dall'alto delle sue analisi, ha deciso subito che i frammenti di missile caduti in Polonia sono russi e, quindi, ha indossato l'elmetto ed è sceso in trincea.
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