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No alla deriva

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01 novembre 2022

Passare la ruspa sulla Rai

Ieri, come sempre, ho acceso la radio per ascoltare il giornale radio regionale e poi il giornale radio nazionale e, in mezzo, la trasmissione economica quotidiana Sportello Italia.

In tale trasmissione, contenente qualche volta spunti interessanti da approfondire, ho avuto la sgradevole sorpresa di ascoltare la signora Elsa Fornero, ossequiosamente chiamata "professoressa" dai due conduttori ed alla quale hanno lasciato il microfono senza interruzioni e senza contraddittorio, perchè la presenza di Alberto Brambilla non può certo essere considerata un contraddittorio alla impostazione rigidamente ideologica della Fornero, tanto più che Brambilla fu contrario a quota cento.

La Fornero, dopo i danni che ha provocato con la sua riforma delle pensioni assieme al suo degno compare Mario Monti, sembra essere tornata in auge, ospitata da trasmissioni di informazioni, in ognuna delle quali spara le sue livorose reazioni soprattutto contro Salvini ma in genere contro tutti coloro che hanno osato criticare la sua infame riforma e che cercano di porvi rimedio.

Non è la prima volta che la Rai, che dovrebbe essere di tutti, anche in trasmissioni come Sportello Italia, sposa una linea che è ostile a quella mezza Italia (e forse più) orientata verso il Centro Destra.

Vi sono certamente tanti problemi ereditati (e creati) da Draghi e compagni, ma quello della Rai pubblica è un tema pluridecennale.

Abbiamo ancora bisogno di una Rai pubblica per cui pagare il canone e anche, con le nostre tasse, la copertura del debito di esercizio e le principesche remunerazioni di consulenti, ospiti, nani e ballerine ?

Credo di no.

Mi auguro che il Governo Meloni possa quanto prima uscire dall'emergenza economica, energetica e delle bollette, per affrontare anche la questione della privatizzazione, parziale o, ancora meglio, totale della Rai.

Nel frattempo non sarebbe sbagliato un gigantesco spoil system, sostituendo tutti i conduttori, ospiti, consulenti, con altri di orientamento di Centro Destra ribaltando, puramente e semplicemente, il rapporto oggi esistente che vede, in genere, in ogni trasmissione, almeno tre (incluso il conduttore) sostenitori dei cattocomunisti, contro uno solo (al massimo due dopo il 25 settembre) del Centro Destra.

Ribaltare quel rapporto mi sembra il minimo che la mezza (e forse più) Italia che si riconosce nel Centro Destra ha diritto di aspettarsi a compensazione dell'enorme sbilanciamento di tutti questi anni, dove i cattocomunisti hanno occupato ogni pertugio della Rai.

In attesa di una ruspa che demolisca tutto e spiani la strada ad una informazione che viva secondo le regole del Libero Mercato, in base agli ascolti, agli abbonamenti ed agli introiti pubblicitari.

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